Crotone ci mette la faccia
"Sono Tina, ho 47 anni e sto lottando. E non voglio che i miei figli si ammalino di tumore". Inizia così la storia di questo gruppo su facebook: una foto di una signora con un foulard in testa e occhi profondi. In pochi giorni, più di 10.000 "mi piace" e tantissime foto con messaggi. Sono ammalati di ogni età che stanno lottando, ragazzi e ragazze che ricordano i loro cari scomparsi o lanciano messaggi di speranza ai familiari in lotta. Perché a Crotone e provincia, quella per la vita è diventata ormai una guerra. E tanti cittadini stanno uscendo dall'anonimato, dal nascondimento che spesso la malattia oncologica porta, per le trasformazioni che impone al corpo, tanti cittadini parlano di sé, affidano al testo breve di un messaggio sul foglio bianco la propria storia, la condividono per dare voce alla speranza che le autorità facciano qualcosa per questa città doppiamente tradita. Si, Crotone è stata tradita dal fallimento dell'industrializzazione e dalla violazione del suo territorio con i rifiuti tossici occultati e perfino utilizzati come materiale di costruzione per edifici pubblici e scuole.
Questi volti, queste foto, nonostante tutto, riescono a dare un messaggio di speranza, che un'intera citta, un intero comprensorio si stia svegliando per marciare. E il domani si costruisce solo insieme.
alfonsina
“Crotone ci mette la faccia”. E sono già più di 11mila ad avercela messa nel gruppone Facebook nato per denunciare i troppi casi di tumore (sulla scia di quello della Terra dei fuochi campana) nella città calabrese affacciata sul mar Ionio. A crearla è stata Tina De Raffaele, che nella sua famiglia ha visto ammalarsi di tumore suo marito, sua nipote e ora anche se stessa. Le fotografie con un cartello in mano postate sul social network, in cui si racconta il perché ci si vuole “mettere la faccia”, ormai non si contano più. «Era come se tutti quanti in città aspettassimo un input. Ora stiamo sputando fuori quello che avevamo dentro», dice Tina. C’è chi racconta della morte della nonna, chi del papà e della mamma, chi di una cugina. E tutti ripetono: «Basta morti per tumore».
Crotone è una delle città più inquinate d’Italia. Non a caso, l’area compare nella lista dei Siti di interesse nazionale (Sin), cioè tra le aree contaminate considerate più pericolose dallo Stato e che necessitano di una bonifica. Che a Crotone, tra vari tira e molla, è stata avviata (in ritardo) nel 2010 da parte di Syndial, società del gruppo Eni che si occupa di risanamento ambientale.
Secondo quanto si legge nei documenti di Federambiente, quello che servirebbe nell’area (che include anche i comuni di Cerchiara e Cassano allo Jonio) è la bonifica delle «aree industriali dismesse, della fascia costiera contaminata da smaltimento abusivo di rifiuti industriali e del relativo mare prospiciente e di discariche abusive». I principali agenti inquinanti elencati sono zinco, cadmio, piombo, rame e arsenico. Costo di messa in sicurezza della zona: 41 milioni di euro. Per un’area di 530 ettari di terra e 1.452 di mare.
:::::: Creato il : 13/11/2013 da Magarotto Roberto :::::: modificato il : 13/11/2013 da Magarotto Roberto ::::::