In India la lotta al cancro
della cervice e' possibile : bastano poche gocce di aceto
Un semplice test permette
di ridurre la mortalità per questa forma di tumore. I risultati presentati a Chicago durante
il convegno dell’American
Society of Clinical Oncology
Nelle scorse settimane la notizia della decisione “shock” di Angelina Jolie di farsi rimuovere il seno per timore dello sviluppo di un cancro ha fatto il giro del mondo. Una scelta dettata dalla possibilità di conoscere in anticipo l’eventuale predisposizione a sviluppare la malattia. Se ad oggi si è arrivati a tanto il merito è anche delle sempre più raffinate tecniche diagnostiche. In gran parte del mondo però, soprattutto nei paesi più poveri, tutto ciò è ancora ben lontano dal realizzarsi. E’ questo il caso dell’India, dove ancora troppe donne muoiono perché scoprono tardi di avere un cancro alla cervice. Qualcosa però sta fortunatamente cambiando: in uno studio presentato in questi giorni all’ASCO di Chicago, il più importante convegno di oncologia al mondo, è stato dimostrato che un semplice e poco costoso test di diagnosi precoce permette di diminuire drasticamente la mortalità per questo tipo di tumore.
Come spiega il professor Surendra Shastri, autore del progetto, «Il cancro della cervice uterina è un problema emergente per l’India. E’ la forma tumorale con la più alta incidenza e mortalità». Una situazione diametralmente opposta rispetto ai paesi occidentali dove il numero dei casi e quello dei decessi continua a diminuire grazie soprattutto all’introduzione del Pap-test -un esame di diagnosi precoce molto efficace- e del vaccino per l’HPV. La maggioranza dei tumori del collo dell’utero è infatti causata dalla presenza del Papilloma virus, una forma virale che è possibile contrastare attraverso campagne di vaccinazione.
«Il nostro problema -continua Shastri- è che in India mancano programmi di screening basati sul Pap-test a causa delle strutture inadeguate e della mancanza di personale sanitario competente. Non solo, tutto ciò si somma alle difficoltà logistiche e alla mancanza di fondi per attuare una seria campagna». Ecco perché la possibilità di avere un semplice e rapido esame “alternativo” rappresenta oggi più che mai un’urgenza.
Uno di questi è il “VIA-test” (Visual Inspection with Acid Acetic), una metodica conosciuta da molti anni che consente, in maniera abbastanza precisa, di individuare quelle lesioni all’interno del collo dell’utero che potrebbero evolvere in tumore. L’esame consiste nell’applicare sulla cervice uterina alcune gocce di acido acetico ed osservare se avvengono cambiamenti. «Se siamo in presenza di lesioni – spiega Shastri- l’acido acetico ha il potere in un solo minuto di far diventare bianca la zona danneggiata. Un ottimo modo per fare diagnosi precoce che ci consente di selezionare quelle donne che necessitano di un’operazione di rimozione della lesione. Un altro fattore da non trascurare è che l’esame non richiede la presenza di strutture ospedaliere e può essere effettuato da personale paramedico. Nel nostro caso è bastato un corso di 4 settimane per raggiungere un buon livello di competenza».
A dimostrare la bontà del metodo sono i dati presentati al congresso statunitense. Nello studio, durato 15 anni e che ha coinvolto più di 150 mila donne di Mumbai, è stato mostrato che sottoponendosi al test ogni due anni la mortalità per cancro alla cervice si riduce del 31%. «Un risultato che spero possa produrre profondi effetti nella riduzione dell’incidenza dei tumori del collo dell’utero. Ad oggi sarebbe possibile infatti salvare 22 mila donne all’anno nella sola India e la prospettiva è di arrivare a 72 mila se si considerano tutti i paesi in via di sviluppo. Ecco perché auspico che questo modello possa essere applicato su più larga in quei luoghi che al momento non possiedono ancora le risorse necessarie per attuare programmi di screening più complessi» conclude Shastri.
:::::: Creato il : 04/08/2013 da Magarotto Roberto :::::: modificato il : 04/08/2013 da Magarotto Roberto ::::::