Tumori: l’idea sbagliata che dipendano dalla sfortuna
Alberto Mantovani
Bert Vogelstein, scienziato autorevole — che ha avuto un ruolo straordinario nella comprensione dei meccanismi molecolari genetici che causano il cancro — ha pubblicato due anni fa uno studio provocatorio su Science : utilizzando complesse analisi matematiche, stimava l’incidenza di trasformazione spontanea delle cellule normali in tumorali, in assenza di sostanze che inducono cancro (carcinogene), sulla base del numero di cellule staminali presenti e della loro frequenza di riproduzione nei diversi organi. Lo studio si è prestato ad una lettura distorta, al di là delle intenzioni dell’autore, che ha portato alla divulgazione di un messaggio fuorviante: il cancro è una questione di sfortuna. Due tumori su tre dipendono dalla cattiva sorte e non da cause genetiche o legate allo stile di vita, quindi enfasi su diagnosi precoce piuttosto che su prevenzione. Questo ha innescato un grande dibattito scientifico, acceso e — come è nello stile della Scienza — rispettoso, basato sulla discussione dei dati.
DEBOLEZZE E LIMITI DELL‘ANALISI
Nel suo recentissimo nuovo studio, Vogelstein ha esteso i suoi dati ad altre popolazioni al di fuori degli Usa: Science lo ha pubblicato di recente insieme ad un articolo di prospettiva che sottolinea alcune debolezze e limiti della sua analisi scientifica. I modelli matematici non possono essere esaustivi di per sé in un fenomeno complesso come la storia naturale di un tumore, ma vanno affinati perché potenzialmente di straordinaria utilità. Inoltre, lo studio pone scarsa attenzione a Paesi come l’India, dove il cambiamento dello stile di vita sta drammaticamente mutando l’incidenza di cancro. L’epidemiologia ci dice, ad esempio, che le donne giapponesi trasferitesi negli Stati Uniti, a partire dalla seconda generazione hanno visto aumentare di quasi dieci volte il rischio di cancro della mammella. Un dato incontrovertibile che suggerisce che stile di vita e ambiente rappresentano un fattore determinante per i tumori.
SPIRITO CRITICO
Le stime dello studio di Vogelstein e il messaggio che ne consegue vanno dunque presi con spirito critico, evitando interpretazioni che potrebbero essere fuorvianti per la salute. Non possiamo intervenire sulla fortuna, ma su altri fattori di rischio possiamo invece agire. Dobbiamo dunque fare tutto ciò che è in nostro potere per sconfiggere il cancro: prevenzione e diagnosi precoce, ricerca per mettere a punto nuove strategie diagnostiche e terapeutiche. Dal punto di vista della diagnosi precoce i dati ci dicono che il nostro Paese sta facendo bene: in alcune zone meglio che in altre, ma in generale il Servizio Sanitario Nazionale garantisce a tutti l’accesso a strumenti di diagnosi precoce. Che, insieme alle terapie, hanno un ruolo importantissimo
PREVENZIONE
Dal punto di vista della prevenzione, invece, possiamo e dobbiamo fare meglio. Intervenendo su stile di vita e ambiente: riducendo i fattori inquinanti e seguendo la regola per me d’oro dello 0-5-30 (0 sigarette, almeno 5 porzioni di frutta e verdura fresche e 30 minuti di esercizio fisico moderato al giorno). Anche sul fronte scientifico possiamo e dobbiamo migliorare: studiando e capendo meglio i fattori rischio genetico e ambientale, i meccanismi molecolari di sviluppo e progressione del cancro, i meccanismi di difesa immunologica che sorvegliano il nostro organismo, eliminando cellule tumorali, e che ora sfruttiamo come nuova arma terapeutica. Il cancro quindi non è solo una questione di sfortuna. La sua sconfitta passa da tutti questi fattori, e dunque può dipendere da noi.
Alberto Mantovani
ecco il lavoro su Science del 2015 ( quello del 2017 non e' disponibile on-line)
di Tomasetti -Vogelstein
public/immagini/file/tomasetti_vogelstein.pdf
:::::: Creato il : 13/04/2017 da Magarotto Roberto :::::: modificato il : 13/04/2017 da Magarotto Roberto ::::::