Tumori, tre farmaci 'riattivano' gli anticorpi
nuove speranze dal congresso Asco di Chicago
La scoperta dei recettori Pd-1 alla base di nuovi farmaci che stanno ottenendo buoni risultati sperimentali contro il cancro al polmone, al rene e contro il melanoma. Ecco come funzionano
CHICAGO - Dopo trenta anni di speranze, prima accese e poi spente, sembra che si stia trovando finalmente il modo di far aggredire il cancro da chi dovrebbe: il nostro sistema di difesa immunitario. Che si accorge del tumore, lo classifica come nemico e lo combatte, ma in modo così debole e incompleto che la malattia continua la sua avanzata. Proprio una delle cause della sua debolezza è la scoperta di qualche anno fa che ieri - primo giorno dell'annuale summit dell'American Society of Clinical Oncologists (Asco) che riunisce 30mila specialisti a Chicago fino al 4 giugno - ha dato nuove speranze.
La scoperta si chiama Pd-1, (Programmed Death, morte programmata) sigla che indica un sistema di recettori sulla superficie delle cellule killer immunitarie e di proteine prodotte dalle cellule cancerose. Queste ultime, quando si legano ai recettori, letteralmente “spengono” i killer e il tumore continua a crescere. Da questa scoperta è iniziata la messa a punto di anticorpi che impediscono l'azione di spegnimento da parte delle proteine. E i killer tornano micidiali.
Tre le aziende che hanno illustrato i risultati sperimentali di farmaci che agiscono con questa strategia, Bristol-Myers Squibb, Roche e Merck. Hanno dato buoni risultati contro tumori di polmone, rene e melanoma, anche in fasi molto avanzate della malattia. Gli aumenti delle sopravvivenze sono del 43 per cento nel tumore del polmone (tipo non a piccole cellule), del 61 per cento nel melanoma e del 70 per cento nel rene.
:::::: Creato il : 03/06/2013 da Magarotto Roberto :::::: modificato il : 03/06/2013 da Magarotto Roberto ::::::