Mettere a tacere le METastasi
Esiste un gene, chiamato MET, che svolge un ruolo fondamentale processo di formazione e di progressione dei tumori. Oggi, lo stesso gruppo di ricercatori che ha contributo alla scoperta di questo gene, compie un nuovo passo avanti nella comprensione di come i tumori si sviluppino e progrediscano fino a formare nuovi tumori (metastasi).
Da molti decenni l’attività di ricerca nel laboratorio di Paolo Comoglio, direttore scientifico dell’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo, è legata al gene MET, un oncogene che ha un ruolo chiave nella formazione e nella progressione dei tumori (oncogene significa infatti “gene che promuove la formazione dei umori”). Oggi, un gruppo di ricercatori dell’IRCC guidati da Silvia Giordano, ha scoperto che la presenza di MET non è solo importante per l’insorgenza dei tumori e per il loro sviluppo, ma è addirittura fondamentale perchè le cellule tumorali possano invadere altri tessuti e formare le metastasi. Il gruppo di ricercatori piemontesi, grazie anche ai finanziamenti dell’AIRC, utilizzando alcuni modelli sperimentali, ha dimostrato che “mettendo a tacere” il gene MET (ossia impedendogli di svolgere la sua funzione), le metastasi non si formano. Inoltre, facendo lo stesso tipo di esperimenti di “silenziamento genico” su metastasi già formate, i ricercatori hanno osservato che esse regrediscono. Questi risultati rappresentano certamente un ottimo punto di partenza per lo studio di nuove possibili terapie in grado di bloccare l’azione di MET e con essa la progressione dei tumori
Oncogene. 2008 Jan 24;27(5):684-93. Epub 2007 Aug 6.
Silencing the MET oncogene leads to regression of experimental tumors and metastases.
Corso S, Migliore C, Ghiso E, De Rosa G, Comoglio PM, Giordano S.
Division of Molecular Oncology, Institute for Cancer Research and Treatment (IRCC), University of Turin Medical School, Candiolo, Torino, Italy.
Abstract
In spite of the established knowledge of the genetic alterations responsible for cancer onset, the genes promoting and maintaining the invasive/metastatic phenotype are still elusive. The MET proto-oncogene, encoding the tyrosine kinase receptor for hepatocyte growth factor (HGF), senses unfavorable micro-environmental conditions and drives cell invasion and metastasis. MET overexpression, often induced by tumor hypoxia, leads to constitutive activation of the receptor and correlates with poor prognosis. To establish the role of MET in different phases of tumor progression, we developed an inducible lentiviral delivery system of RNA interference. Silencing the endogenous MET gene, overexpressed in tumor cells, resulted in (i) impairment of the execution of the full invasive growth program in vitro, (ii) lack of tumor growth and (iii) decreased generation of experimental metastases in vivo. Notably, silencing MET in already established metastases led to their almost complete regression. This indicates that persistent expression of the MET oncogene is mandatory until the advanced phases of cancer progression.
Oncologia Scoperta italiana Il segreto è inibire un oncogene che favorisce le metastasi
Ecco come il trattamento combinato con un farmaco riesce a eliminare le cellule tumorali
fonte : la stampa.it
La radioterapia garantisce ottimi risultati nella cura
dei tumori
Nelle
sue forme tecnologicamente più avanzate offre
anche importanti vantaggi rispetto ad altre modalità tera
peutiche Uno di questi è lapossibilità di concentrare gli
effetti distruttivi delle radiazioni sul tumore lasciando
pressochè intatti i tessuti sa
ni Talvolta però è difficileanche per la radioterapia eliminare in modo definitivo
tutte le cellule Da tempo sisa che alcune cellule del tu
more possono resistere alleradiazioni sviluppare mecca
nismi di difesa e causare larecidiva dopo il trattamento
Studi recenti hanno dimostrato che la radioresisten
za è una prerogativa specifica delle cellule staminali del
cancro Queste sono definibili come la radice del tumore Spesso costituiscono solo una piccola percentuale
delle cellule della massa tumorale ma sono probabilmente le responsabili dell insorgenza del tumore della
sua persistenza nel tempo adispetto delle terapie e dellasua disseminazione sotto forma di metastasi
I ricercatori stanno tentando di scoprire i meccanismi della radioresistenza per
inattivarli e aumentare l efficacia della terapia L obiettivo è riuscire a debellare an
che le cellule staminali del cancro In uno studio appena
pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute
abbiamo dimostrato chele cellule tumorali si difendono dalle radiazioni attivando
un programma genetico chene favorisce la sopravvivenza e addirittura ne può scate
nare la fuga dalla massa tumorale bersagliata dalla radioterapia
Con il dottor Pietro Gabriele e il gruppo del professor Paolo Comoglio nel qua
dro di una ricerca finanziatadal programma AIRC 5 permille sull oncologia molecolare abbiamo scoperto
chela risposta di difesa alla radioterapia è orchestrata dalloncogene MET studiato da
tempo nel nostro Istituto
Quando le radiazioni danneggiano la parte più preziosa
della cellula cioè il DNA un campanello d' allarme molecolare attiva l oncogene
Asua volta il gene MET aziona processi capaci di riparare
i danni indotti dalle radiazioni
e risveglia i "muscoli" della cellula spingendola ad allonta
narsi dalla zona irradiata Ciò
può causare la disseminazione metastatica
La risposta è simile a quella osservata tempo
fa in pazienti resistenti alla terapia antiangiogenetica
Questa terapia distrugge i vasi sanguigni che portano nutri
mento e ossigeno al tumore eprovoca il soffocamento del
le cellule
Nel nostro Istituto
era già stato osservato che lecellule tumorali registrano la
privazione dall ossigeno tramite un sensore molecolare che
attiva il gene MET Anche inquesto caso come in quello
dei tumori trattati con la radioterapia l oncogene pro
muove la sopravvivenza e ladisseminazione delle cellule al
la ricerca di condizioni ambientali più favorevoli
A Candiolo abbiamo dunque ricostruito il percorso che
parte dal danno causato dalleradiazioni passa per l attiva
zione dell oncogene e terminacon lo scatenamento della risposta di autoconservazione
delle cellule malate A questo
punto la domanda è stata E' possibile rendere le cellule tumorali più vulnerabili alle ra
diazioni e ad altri tipi di terapia inibendo i meccanismi di
difesa scatenati da MET?
Per rispondere abbiamo generato alcuni modelli sperimentali di tumori spesso trattati
con la radioterapia quali il glioblastoma e il carcinoma
mammario Abbiamo quindi sottoposto le cellule derivate
da questi tumori a protocolli radioterapeutici equivalenti a
quelli praticati ai pazienti Allo stesso tempo abbiamo mes
so a punto un protocollo in cuila radioterapia è stata combinata con un farmaco capace di
bloccare MET Abbiamo così osservato che l inibizione farmacologia del gene
ha compromesso le capacità delle cellule
tumorali di difendersi dalla radioterapia Il trattamento
combinato ha perciò eliminato le cellule tumorali in modo più
efficace del semplice trattamento radioterapico
Questi studi hanno un valore preclinico perchè forni
scono la dimostrazione di principio che un farmaco ancora
in fase sperimentale ma pronto per essere somministrato ai
pazienti l inibitore di MET potenzia gli effetti della radioterapia
In una fase immediatamente successiva attraver
so studi clinici controllati studieremo se l inibitore del gene
MET possa rendere più rapidie duraturi gli effetti della radioterapia
Come osservato da esperti di radiobiologia che hanno
commentato il nostro lavoro
è molto probabile che l oncogene sia attivo nelle cellule
staminali del cancro e che i
farmaci anti MET siano capaci di abbatterne la resistenza
alle radiazioni favorendone
l' eliminazione
Carla
Boccaccio
Patologa clinica
PROFESSORESSA
DI ISTOLOGIA ALL UNIVERSITA'
DI TORINO E GROUP LEADER DELLA
DIVISIONE DI ONCOLOGIA MOLECOLARE
ALL IRCC DI CANDIOLO TORINO
:::::: Creato il : 20/04/2011 da Magarotto Roberto :::::: modificato il : 20/04/2011 da Magarotto Roberto ::::::