Gentile Ministro Lorenzin,
Sono un semplice cittadino di 21 anni, le scrivo come tale, non essendo affiliato ad alcun movimento politico o organizzazione.
Come molti miei coetanei in tutta Italia, da Varese a Trapani, studio all'Università (Medicina e Chirurgia), faccio attività fisica, ho degli interessi culturali che coltivo, degli amici, dei genitori che pagano le tasse.
Ma nonostante ciò, non sono ESATTAMENTE come i miei coetanei del resto d'Italia, ed il motivo è molto semplice: io vivo a San Felice a Cancello.
Come lei di certo saprà, San Felice è l'ulteriore vertice di quel tristemente noto Triangolo della Morte che comprende Nola, Marigliano, Acerra, e paesi limitrofi (come Pomigliano d'Arco, paese già noto per altre problematiche) a cui si aggiunge la Terra dei fuochi a nord di Napoli, e la zona compresa tra Caserta e Maddaloni, dove si trova la cava Cementir.
Fin da quando ero piccolo, nella mia famiglia ci saranno stati almeno una decina di casi di tumore, due dei quali sono stati letali, mentre gli altri sono stati fortemente debilitanti fisicamente ed emotivamente.
Se Lei venisse qui e interpellasse delle persone a caso a Caserta, Maddaloni, San Felice o Acerra, scoprirebbe che tutti - dico sul serio: TUTTI - hanno avuto un caso di tumore in famiglia.
Addirittura, due mie compagne di Liceo hanno perso i loro padri, a causa di un tumore. Sa qual è la cosa più triste? L'abitudine.
Noi di questa terra abbiamo a che fare con talmente tanti casi di tumore ogni anno, che ormai non ce ne sorprendiamo più: vediamo a questa malattia come ad una spece di "norma", ci rattristiamo quando veniamo a sapere di qualcuno che si ammala, ne conosciamo la gravità, ma sappiamo che vivendo qui era quasi inevitabile.
Ministro Lorenzin, badi bene: qui non si tratta del solito stereotipo del napoletano fatalista e piagnone, che si rassegna davanti alle difficoltà: nessuno di noi accetta di vivere in questa "normalità", nessuno di noi accetta di vivere pensando che, da qui ad un anno, potrebbe trovarsi su un letto d'ospedale a sperimentare la fragilità estrema del corpo umano.
Ministro della Salute, la prego, ci dia lo strumento per combattere questa battaglia: istituisca il Registro Tumori nella Regione Campania.
So che Lei ha dichiarato da poco di voler affrontare la problematica iniziando a studiarne l'epidemiologia, ebbene: ci dovrebbe essere già uno strumento per questo, se non fosse che la Consulta lo dichiarasse illegittimo perché non rientrava nei piani di rientro del deficit sanitario.
Ministro Lorenzin, non so cosa pensassero i Giudici della Corte Costituzionale quando hanno emesso questo verdetto; io so solo che mio cugino non ha mai potuto compiere 14 anni.
In fede,
Gianuario Cioffi
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Il problema alla base dell'assenza del Registro Tumori è dovuto, a monte, ad un difetto culturale :
il processo formativo della figura professionale del Medico , sia all'Università sia post-laurea, risulta lacunoso sulla correlazione tra fattori presenti nell'ambiente (nel cibo, nell'acqua, nell'aria che respiriamo, nei terreni agricoli; ma anche negli oggetti che ci circondano, nei contenitori per gli alimenti, nei materiali usati sul luogo di lavoro) e organismo umano .
Sono pochissimi i corsi di laurea in Medicina, in Italia, che affrontano la tematica delle correlazioni metaboliche (uno di questi è quello che sto frequentando, per mia fortuna), ma lo fanno sempre in una maniera un po' troppo basilare - non per colpa dei docenti, ma per una vera e propria scarsa attenzione da parte delle istituzioni scientifiche.
Ad oggi in Italia abbiamo una ventina di Agenzie di Protezione Ambientale (ARPA) regionali; non è normale che, di queste, solo una, quella dell'Emilia Romagna (
http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=2308&idlivello=216) abbia affrontato il problema degli Interferenti Endocrini.
Gli Interferenti Endocrini sono una miriade di sostanze diverse tra loro che, essendo simili alle molecole prodotte dal nostro stesso organismo, sono in grado di interagire con le nostre cellule: ma , non essendo "esattamente" molecole del nostro corpo, suscitano una reazione diversa a quella normale, ovvero una modificazione del nostro metabolismo.
E' una modifica che non avviene di colpo, ma subdolamente, proprio perché la loro presenza nell'ambiente è costante e non viene monitorata.
Le relazioni di S.Bernasconi , per conto dell'ISDE (
http://www.isde.it/iniziative/2008/12_2008-Genova/giorno-11/Relazione%20Bernasconi.pdf) e di Alberto Mantovani dell'Istituto Superiore di Sanità (
http://www.iss.it/binary/publ/cont/0918WEB.pdf) denunciano chiaramnete le patologie indotte da queste sostanze.
Ma le relazioni dell'ISS o di una società scientifica come l'ISDE, o anche quelle da me già citate del Ministero della Salute e della Protezione Civile, servono a poco se non sono seguite non solo da una costante operazione di formazione e aggiornamento sia universitaria che post-laurea, rivolta ai medici(e non solo) di tutte le specializzazioni, con particolare attenzione per coloro che vivono nelle aree a maggior rischio ambientale
(vedasi studi di Lucia Fazzo "Eological Studies of cancer incidence in an area interested by dumping waste sites in Campania(Italy)" e "Cluster analysis of mortality and malformations in the Provinces of Naples and Caserta (Campania region)" e lo studio di Marco Martuzzi dell'OMS );
in particolare è importante che i medici, insieme ad altre figure professionali quali chimici, biotecnologi, ingegneri ambientali e veterinari inizino ad effettuare degli studi per "Clusters" di geografici e di popolazione, mettendo in relazione la popolazione di ogni distretto sanitario con la presenzea di interferenti endocrini nell'ambiente.
Finché questo deficit culturale permarrà, non solo il proposito di istituire il Registro Tumori, ma gli studi stessi condotti dal Governo su queste problematiche rimarranno solo buoni propositi lontani da una piena realizzazione.
Cordialmente,
G.C.
La definizione “triangolo della morte” è nata nel settembre del 2004, quando il ricercatore del Cnr di Pisa Alfredo Mazza, in un articolo pubblicato dalla rivista britannica sul cancro The Lancet Oncology, denunciò le allarmanti cifre sull’incidenza di alcuni tipi di tumore. Uno studio del 2007, condotto dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dalla regione Campania, ha monitorato in 196 comuni campani la mortalità per tumori e malformazioni congenite dal 1994 al 2002, evidenziando in entrambi i casi la maggiore incidenza rispetto alla media nazionale. La relazione evidenzia che «le zone a maggior rischio identificate negli studi in buona parte si sovrappongono e sono interessate dalla presenza di discariche e siti di abbandono incontrollato di rifiuti», anche se «è comunque difficile stabilire se la corrispondenza dei numerosi eccessi con la possibile occorrenza di esposizioni legate allo smaltimento dei rifiuti sia di natura causale e, nel caso, stimare l’entità di tale impatto».
Nel dicembre dello scorso anno un rapporto del ministero della Salute ha evidenziato come l’assenza di un Registro renda ancor più difficoltoso seguire il diffondersi dei tumori, soprattutto in relazione alle cause ambientali. «Questo potrebbe essere il primo, importante passo per iniziare la nostra battaglia – scrive nel suo appello Gianuario -. Non so cosa pensassero i giudici della Corte Costituzionale quando hanno emesso questo verdetto; io so solo che mio cugino non ha mai potuto compiere 14 anni».
questo appello accorato ha gia' raccolto in rete piu' di 30.000 firme
per firmare vai a : www.change.org/registrotumori
:::::: Creato il : 04/08/2013 da Magarotto Roberto :::::: modificato il : 04/08/2013 da Magarotto Roberto ::::::