L’anno del girasole pallido
Vincitore dell' ARTS AND HUMANITIES PRIZE EBCC8 Vienna
Il premio "European Breast Cancer Arts and Humanities Award Arts and Humanities” è stato conferito al progetto 'Cantieri di Pensieri-Laboratorio delle Idee'. Questo progetto ha portato alla pubblicazione del libro "L'anno del Girasole Pallido", di Silvia Roncaglia e Cristiana Cerretti, Edizioni Lapis, 2010.
Cantieri di Pensieri è un progetto promosso dal Gruppo Giovani Pazienti di Europa Donna della Svizzera italiana (www.europadonna.ch).
Scopo del progetto è discutere, sensibilizzare e fare informare arrivando alla pubblicazione di un volume illustrato per bambini tra i 6 e i 10 anni. Parlare della malattia e trasmettere informazioni è un compito tutt’altro che facile, in particolare nell’ambito familiare e quando i bambini sono piccoli. Questo libro può essere utile proprio agli adulti -non solo genitori ma anche parenti, insegnanti e operatori sanitari - per confrontarsi su come affrontare, parlare e comunicare una diagnosi di tumore nell’ambito della propria famiglia.
L'idea del libro nasce da sei donne cui è stato diagnosticato un cancro al seno, tutte madri di bambini piccoli. La malattia le ha costrette a dover fronteggiare esperienze difficili, soprattutto quella di dover spiegare la situazione ai loro figli, in maniera comprensibile, senza falsità ma anche con la giusta accortezza e delicatezza.
Le diverse esperienze si sono trasformate nel racconto della scrittrice Silvia Roncaglia e nelle illustrazioni di Cristiana Cerretti. Con delicatezza ma anche con precisione riguardo al percorso della malattia, le due autrici hanno saputo dar vita a un testo emozionante.
L’anno del girasole pallido coniuga la semplicità del racconto, del linguaggio e delle illustrazioni con le tante difficoltà che si incontrano nella famiglia nel momento grave della diagnosi e delle cure per un tumore al seno. E’ un racconto concreto e vero, non nasconde o ammorbidisce nulla: i bambini fanno i capricci, i cambiamenti sono difficili, si vive l’incertezza del futuro, si vorrebbe piangere ma non si può, si trova allegria nella tristezza.
Il libro
Il punto di vista di due bambini sul tumore al seno della mamma e la graduale presa di coscienza di un male per loro sconosciuto, ben più grave della 'supertosse' e 'del morbillo che fa i puntini'. Un albo pieno di coraggio e speranza che racconta con sincerità e rispetto un dolore grandissimo, che fa vacillare ogni certezza ma dal quale si può anche guarire.
Ogni anno Livia, 9 anni, e Mattia, quasi 6, insieme alla mamma e al papà, piantano nel giardino di casa dei semi
di girasole che pian pianino crescono, diventano fiori grandi, dritti e spavaldi come soldati, tutti
rivolti con la testa verso il sole.
Ma l’anno in cui la mamma scopre di avere un tumore al seno, nel giardino cresce un girasole
diverso che se ne sta per i fatti suoi, senza rivolgere la faccia al sole. “È il girasole pallido”, lo battezzano
i bambini. E così la mamma prende spunto da quel fiore tanto diverso dagli altri per
parlare loro della sua malattia.
Uno sguardo all’interno
“Non è stato un tempo facile, quello della malattia della mamma. Ma ora che sono più grande lo
so, è stato anche ricco e intenso e mi ha insegnato a prestare la giusta attenzione non soltanto
al sole, ma a tutte le piccole grandi cose che ci circondano e a ogni momento trascorso con la
mamma, perché a volte avevo paura che di momenti potessero non essercene più.
Mattia ha vissuto male l’operazione e l’ospedale, perché non voleva addormentarsi senza la favola
della mamma e diceva che la zia non sapeva raccontare altrettanto bene.
Per me, invece, non è stato tanto diverso dall’appendicite di papà.
Ho avuto la possibilità di andare a trovare la mamma prima e anche dopo che si è svegliata dall’
anestesia.
Le ho portato un girasole e le ho detto:
– Mamma, ho tagliato il tuo girasole che guardava a rovescio, così adesso lo puoi girare verso il
sole. O se guarda te, è uguale, perché tu sei il nostro sole!
Sono rimasta un po’ male, perché pensavo di farla felice,
invece è scoppiata a piangere, ma poi mi ha spiegato che era la commozione, perché avevo
detto una cosa bellissima che non avrebbe dimenticato mai.”
“ Era di nuovo primavera e, mentre gli alberi stavano germogliando, tutti i capelli della Mamma stavano ricrescendo, insieme a un sorriso raggiante che ci diceva che lei stava finalmente di nuovo bene; forse il cancro non sarebbe mai più tornato.
Ho messo i miei semi nella terra con particolare cura, lentamente, uno per uno, esprimendo un desiderio per ciascuno: che possano crescere sani e forti, pronti a girare insieme al sole.”
:::::: Creato il : 19/07/2012 da marsala rossella :::::: modificato il : 19/07/2012 da marsala rossella ::::::