La guerra è dichiarata - titolo che nelle intenzioni dell’autrice-regista-interprete del film vuol suggerire movimento, avventura, spirito battagliero – vede schierata, contro un nemico atroce, una coppia di giovani innamorati al cui bambino di 18 mesi viene diagnosticato un tumore al cervello.
Avevate forse letto qualche tempo fa la notizia di questo film sul sito: dal 1° Giugno è in Italia, ma solo in piccole sale. Io sono andata subito a vederlo e l’ho trovato molto bello e coraggioso, perché tratta un argomento che non è praticato con frequenza da chi scrive per il cinema. Un film come questo, che parla del tumore infantile e di come possa stravolgere la vita di una famiglia, forse poteva essere scritto, diretto e interpretato solo dai reali genitori del bimbo ammalato (oggi perfettamente guarito, per fortuna).
E' così che l’ha pensato Valérie Donzelli quando ha deciso di raccontare la sua storia personale al cinema ed è così che noi lo percepiamo, sbalorditi, spiazzati, attratti e, a tratti, forse un po’ infastiditi da una modalità tutta nuova di raccontare la malattia.
Il film è costruito come una tragedia pop che sfiorando la morte celebra la vita, una commedia umana che, pur scegliendo come palcoscenico un reparto ospedaliero, garantisce intrattenimento, personaggi ben delineati e perfino un po' di romanticismo.
Già perché, nonostante il tema ingombrante, La guerra è dichiarata è prima di tutto il ritratto di una grande love-story, la passione cameratesca e maliziosamente infantile fra Valérie/Juliette e Jérémie/Romeo (i veri genitori del bimbo, oggi rispettivamente regista e interprete maschile del film), coppia perfetta che però, davanti a un interminabile limbo di isolamento e inattività, si deteriora.
Deterioramento che colpisce molto spesso e inevitabilmente molte coppie, che si trovano all’improvviso a dover fronteggiare inermi una paura che fagocita ogni cosa: il dover affrontare insieme e uniti -come loro sono per tutto il periodo di difficile accadimento del figlio- una battaglia dall’esito incerto e potenzialmente funesto risucchia spesso tutte le energie che servono per nutrire e far crescere un rapporto di coppia.
Questo è, secondo me, uno dei dialoghi del film che più ricorderò:
Lui/Romeo: “Perché proprio a noi, perché proprio Adam?”
Lei/Juliette: “Perché noi potevamo sopportarlo”.
Andate a vederlo se ancora lo trovate nelle sale!
da Rossella, 18 Giugno 2012
:::::: Creato il : 18/06/2012 da marsala rossella :::::: modificato il : 18/06/2012 da marsala rossella ::::::