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Karate e Tai Chi come terapia [19/05/2012]
 
 Le arti marziali in ospedale
 per aiutare i piccoli malati oncologici.
 
Arriva in Italia, presso il reparto oncologia dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, il progetto “Kids Kicking Cancer” –“Prendiamo a calci il cancro”, nato negli Usa con l’intento di fornire ai piccoli malati, grazie al karate e al Tai Chi, una via per affrontare la malattia e il dolore.
 
“Power, peace, purpose”: forza, pace, obiettivo; questo il pay-off del progetto e il “mantram” lanciato dall’associazione non profit che lo ha ideato e lanciato, grazie all’iniziativa di Rabbi Goldberg, cintura nera di arti marziali. Goldberg, dopo la morte della sua bambina di 2 anni a causa della leucemia, ha deciso di dare vita a questa associazione che collabora in America con i principali ospedali pediatrici per aiutare i bambini oncologici a gestire il dolore della loro malattia.
Le arti marziali in generale, il Tai Chi in particolare, sono un valido strumento per raggiungere per i malati, perché abbinano esercizi di potenza a respirazione e meditazione. "Il concetto da cui partiamo"  -spiega Rabbi Goldberg che, dopo averlo fondato, dirige il Kids Kicking Cancer "- è quello di portare nel bambino energia per creare pace e relax. In questo modo, riusciamo ad aiutarli ad affrontare con successo il dolore, la paura e l'ansia. Anche perché  -aggiunge-  dalle arti marziali si impara che combattiamo meglio se buttiamo fuori le emozioni negative, come appunto rabbia e dolore. In effetti, il bambino che viene colpito dal cancro ha dinanzi a sé tante sfide. Quelle mediche, in primo luogo: la malattia, la terapia (farmacologica, chirurgica o radiologica), la nausea e il dolore. Poi ci sono le sfide psicologiche perché con il tumore arrivano la paura, l'ansia e la depressione, ma anche l'insicurezza dovuta alla perdita dell'autonomia e l'imbarazzo perché, per esempio, c'è un cambiamento/deformazione del corpo, a partire dalla caduta dei capelli”.
 
La comunicazione delle proprie emozioni è spesso complicata, soprattutto se si hanno 4 o 5 anni (ma sappiamo bene che anche noi adulti non siamo tanto più bravi! n.d.r.): il Tai Chi diventa uno strumento di espressione perfetto e le tecniche di respirazione profonda leniscono l’ansia, la paura. Lo staff di istruttori, formato appositamente per condurre il progetto, organizza lezioni settimanali nei reparti degli ospedali, insegnando ai bambini i movimenti di karate, la meditazione, la respirazione e gli esercizi di visualizzazione, che li aiuteranno a gestire il dolore acuto e cronico.
 
Il successo di questo progetto presso i bambini, a differenza di altre tecniche ugualmente efficaci, sta nel fatto che le arti marziali colpiscono il loro immaginario, facendoli sentire simili ai loro eroi dei cartoons, combattendo il nemico come loro. "Creiamo la metafora di una battaglia - dice Goldberg - e integriamo questo messaggio in ogni parte del programma. Così, per esempio, molti bambini vedono il PAD (il sacco da colpire) come il loro tumore o il loro dolore e quando lo colpiscono con forza si sentono vittoriosi".
 
I risultati conseguiti
E i risultati sono più che tangibili. Da un report stilato dal Center for Disease Control di Atlanta, è emerso che l'86% dei bambini che avevano partecipato al KKC avevano utilizzato la terapia delle arti marziali per combattere "il buio della loro vita" e controllare meglio la malattia. E il 100% dei bambini ha dichiarato di aver continuato ad utilizzare queste tecniche anche a casa. Ma il risultato più importante è quello che riguarda la gestione del dolore. L'impatto è stato valutato su 244 bambini che lamentavano un livello di dolore classificato con una scala da 1 a 10. Di questi, l'88,1% ha descritto un miglioramento dei loro sintomi dopo aver svolto lezioni di arti marziali.
 
Kids Kicking Cancer in Italia
Ed ecco che oggi, finalmente, il progetto arriva in Europa e - incredibile ma vero!- in Italia come primo paese europeo.
"Insieme ai bambini del reparto di onco-ematologia che hanno iniziato a frequentare settimanalmente le nostre lezioni, stiamo creando una bellissima squadra e ci auguriamo di poterla al più presto ampliare", spiega Mark Palermo, direttore di Kids Kicking Cancer Italia Onlus. Fino ad oggi al Bambin Gesù hanno preso parte al progetto 15 bambini e ragazzi del reparto di onco-ematologia. L'iniziativa si sta via via allargando anche ai piccoli affetti da fibrosi cistica e da altre patologie croniche.
 
C’è da augurarsi davvero, quindi, che il progetto si estenda a macchia d’olio e che l’uso terapeutico delle arti marziali diventi prassi comune per tutti i pazienti oncologici, piccoli e grandi.
 
 

Fonte: La Repubblica, 14 Maggio 2012, sezione Medicina.


::::::    Creato il : 19/05/2012 da marsala rossella    ::::::    modificato il : 21/05/2012 da Pozzerle Tommaso    ::::::