Ho intitolato "Parole vere" questo pezzo perché le sento così, queste parole scritte da Elena Loewenthal nel suo bel libro: parole che noi tutti, a saper scrivere come lei, avremmo potuto scrivere e che sicuramente abbiamo pensato. Parole che sono nella nostra mente e che spesso teniamo per noi, per non infastidire o spaventare gli altri. Soprattutto se "quel" traguardo lo hai raggiunto e, a quel che sembra, sei tornato dall'altra parte del "mondo diviso in due", quello dei sani o non ammalati... Forse... Chissà.
Dedicato a Eni, a Gianni e a tutti quelli che continuano a correre. Rossella
[...] E quello che i medici non dicono. Non per proteggerti, perché non è il loro mestiere fare da angeli custodi. Loro vedono tutto insieme, non pezzo per pezzo. E poi, non hanno idea di come uno li ascolta, quando è malato, segnandosi a mente le parole e le pause e le sfumature di voce che non si accorgono di avere. Quando i medici ti spiegano la malattia, tutti i tuoi pori della pelle uno per uno ascoltano e ricompongono i puzzle delle parole nella testa e poi ce lo lasciano lì, intatto, che magari a mesi di distanza li senti dire una cosa che scivola o inciampa su quel puzzle e fa un rumore tremendo, di schianto. Ma come? Aveva detto così. E invece adesso… I medici, forse non hanno idea di quanto pesino le loro parole. Che uno le prende in mano come fossero un oggetto prezioso e fragilissimo, e se le tiene così, sempre davanti agli occhi: altro che i dieci comandamenti…
E poi uno se le rimastica in bocca e nella testa e dentro la pancia, le parole dei dottori. Prova a prenderle da un verso e dall’altro, le tiene in controluce per vedere le trasparenze e le macchie, le avvicina al viso per sentirle, col naso e con gli occhi e con le dita. E invece, come forse è giusto che sia, loro se le dimenticano, le rimangiano perché così vuole la malattia, è lei che comanda, né tu né loro. E la malattia non parla, accidenti. Si manifesta, ma non dice niente, non c’è parola che le si possa cavar fuori.
[…] Perché quando succede la malattia, il mondo si divide in due. Esiste sempre quello dei sani, quello dov’eri prima. L’altro lo si impara a conoscere giorno per giorno, ma all’inizio è tutto un mistero. Il mondo dei sani si divide fra chi s’allontana e chi s’avvicina. Non è che chi s’allontana sia cattivo, e viceversa. La vicinanza può essere anche una curiosità morbosa: non di rado fa trapelare quella cosa difficile da nascondere che è un sollievo inconfessabile, la sicurezza che a te no, figuriamoci, non capiterà mai. […] No, a me no, dice a volte quella vicinanza che non ha nulla a che vedere con l’empatia. E allora meglio chi non ti chiede e cambia discorso, chi fa finta di nulla. Non per disinteresse, ma per paura. Per rispetto di quel tabù che è la malattia, quando non ce l’hai.
[…] Il domani va preso con le pinze. Pian piano, senza pensarci troppo per scaramanzia. Ogni domani che arriva, meglio che niente. Da una tappa all’altra, referto dopo referto, ricovero dopo ricovero e dimissione. Cercando di non pensare alla vita di prima senza tutta questa roba, che era una cosa completamente diversa, ma non c’è niente da fare. O così o zero. Il cancro è una maratona, quando va bene. Altrimenti, un cento metri a perdifiato che non t’accorgi di niente ed è già finito. Allora, meglio una maratona: un sorso d’acqua qui, la manata di un tifoso là, un asciugamano per il sudore, uno sguardo amico a bordo strada e laggiù piano piano si disegna un traguardo, prima dentro la fantasia poi per davvero. Ci arrivi che sei sfatto, sfigurato. Ma dopo non ti butti a pesce per terra, oltre la pennellata bianca sull’asfalto, sotto lo striscione che dice arrivo. Ti fermi pian piano, fissi il cielo un momento, posi le mani poco sopra le ginocchia, pieghi le gambe ma non tanto, e respiri. E lo senti, il respiro che va su e giù per la bocca, solletica il palato, brucia persino un po’ lungo la trachea, ti allarga i polmoni che finalmente sorridono… Sei arrivato. Vivo. Forse. Domani.
Inserito da Rossella Marsala. Testo estratto da “La vita è una prova d'orchestra“ di Elena Loewenthal, ed. Einaudi , Torino, 2011
:::::: Creato il : 19/09/2011 da marsala rossella :::::: modificato il : 19/09/2011 da marsala rossella ::::::