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meditare fa bene , parola di scienziati (JON KABAT -ZINN) [30/01/2011]

 

Parola di scienziati: meditare allontana l`ansia e le malattie.

 fonte :  Cristina Mochi (il Venerdì di Repubblica 7 gennaio 2011)
 
Negli Usa e nel nord Europa gli antichi esercizi orientali si usano per curare la depressione. ma gli ultimi studi dicono che aiutano anche memoria e sistema immunitario. La prova? I risultati di Tac e Risonanze Magnetiche
 
Certi giorni, guidando per tornare a casa dal lavoro, ci si accorge, una volta arrivati, di aver pensato a tutt`altro che alla strada. Il cervello, in pratica, innesca una specie di «pilota automatico», che lascia affluire alla mente i pensieri in libertà, senza badare che questo costituisca un pericolo per l`incolumità. Sviluppare una maggiore capacità di attenzione e presenza a ciò che si fa hic et nunc è da sempre l`obiettivo di esercizi e pratiche meditative, sviluppate nei secoli dalle varie tradizioni. In particolare la Mindfulness, che significa Meditazione di consapevolezza, è nata nell`ambito del buddhismo classico (il più antico), finché, trent`anni fa, l`americano Jon Kabat-Zinn, che ha studiato biologia molecolare al Mit con il Nobel Salvatore Luria, ha cominciato ad applicarla anche come trattamento terapeutico anti ansia, stress e depressione. Gli effetti sui suoi pazienti erano evidenti e, grazie ai rigorosi studi scientifici con cui li ha provati, la scuola di KabatZinn ha fatto proseliti nelle università di tutto il mondo. Dal 2005 perfino il Nih (National Institute of Health), principale finanziatore della scienza negli Usa, dedica una linea di ricerca a questa disciplina. «Dai cinquanta articoli scientifici su riviste internazionali dedicati alla mindfulness nel 2007, siamo arrivati a oltre cento nel 2009» dice Fabio Giommi, psicologo clinico e psicoterapeuta che ha studiato con Kabat-Zinn, è ricercatore alla Radboud University di Nijmegen, Olanda, e ha fondato l’ AIM (Associazione Italiana Mindfulness). Giommi spiega perché la capacità di essere presenti che viene dalla meditazione è così importante: «Tutti credono di avere un certo controllo sull`attenzione, ma se proviamo con uno degli esercizi di base della meditazione a concentrarci per due minuti unicamente sul nostro respiro, scopriamo quante volte il nostro pensiero invece si distragga. Gran parte dell`attenzione è assorbita infatti da un continuo chiacchiericcio mentale, fatto da un flusso frammentario di immagini e pensieri ripetitivi, preoccupazioni per il futuro, rimuginazioni sul passato». E’ il famoso «pilota automatico», di cui parlavamo all’inizio. «Se in questo flusso continuo di pensieri c`è un contenuto negativo, che riguarda presente o passato, succede che, come per effetto di una forza gravitazionale, la nostra mente continui a riproporlo. E questo meccanismo ha poi effetto anche sulle nostre emozioni». In pratica, la meditazione di consapevolezza fa scoprire quali pensieri si presentino più spesso in modo automatico alla nostra mente. Di qui l`uso poi, nella cura di disagi psicologici. «Le applicazioni cliniche della mindfulness non puntano tanto sull`individuare cosa ci fa stare male per poi liberarcene, ma sull`identificare i contenuti negativi dei pensieri esattamente nel momento in cui si presentano». Nel trattamento dei depressi basato sugli studi di Kabat-Zinn lo slogan è infatti: «I pensieri non sono la realtà». «In teoria lo sappiamo, ma quando arriva un pensiero negativo come “non valgo nulla” è utile invece capire che quello è un evento mentale automatico, che continuiamo ad autoprodurre: la consapevolezza aiuta a sciogliere nodi come questo». Negli ultimi 23 anni sono stati 17 mila i pazienti che hanno completato il programma terapeutico di Kabat-Zinn nella University Massachusetts Medical School, dove lui lavora e insegna; nel frattempo il protocollo è arrivato in numerosi ospedali e università europei: in Italia l`Istituto oncologico veneto e il San Carlo Borromeo di Milano, strutture pubbliche, hanno avviato progetti pilota nel 2007-2010. «C`è sempre chi pensa che la meditazione sia qualcosa di stravagante, molto anni 70, ma nell`ultimo decennio si è sviluppata un`area di ricerca sistematica, con centinaia di scienziati che si sono messi a meditare per sperimentare in prima persona gli effetti della pratica». Da qualche anno infatti anche le neuroscienze si interessano alla meditazione: visti i buoni effetti sui pazienti, c`è la necessità di capire, grazie alle tecniche di neuroimaging (Tac e risonanza magnetica funzionale), in quale modo gli esercizi di concentrazione agiscano sul cervello. Così la neurobiologa Sara Lazar, dell`Università di Harvard, ha scoperto un incremento di materia grigia nelle aree che entrano in funzione durante la meditazione di consapevolezza. Mentre Richard J. Davidson, Wisconsin University, ha riscontrato, in un gruppo che ha seguito la terapia, un miglioramento del sistema immunitario statisticamente significativo. Tutto quello che avviene nel cervello, è la spiegazione, ha effetti a cascata sul resto del corpo. E che la meditazione abbia effetti significativi sul cervello è noto dal 2005, quando Maria Kozhevnikov della George Mason University (Washington) condusse una ricerca sui monaci buddisti del Nepal: si rese conto che dopo venti minuti di meditazione la loro memoria risultava molto migliorata, anche se l’effetto era solo temporaneo. Nel 2010, alla University School of Medicine di Winston-Salem (North Caroòlina),. hanno stabilito che non occorre essere monaci buddisti per godere di questi benefici: bastano venti minuti al giorno, anche per chi non l`ha mai fatto. Infine Bruce O`Hara della Kentucky University ha dimostrato che meditare migliora non solo attenzione e memoria ma anche i riflessi. Tutti questi studi dicono che la pratica è particolarmente utile prima di affrontare una prova difficile, un esame per esempio. «Ora l`unico rischio è che, dopo tanta diffidenza, la meditazione possa invece diventare una moda» conclude Giommi. E in quel caso, dovendo affidare il proprio cervello a qualcuno, meglio scegliere mani esperte.

 

JON KABAT-ZINN


::::::    Creato il : 30/01/2011 da Magarotto Roberto    ::::::    modificato il : 30/01/2011 da Magarotto Roberto    ::::::
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