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importanti risultati dall'Ematologia Italiana (ASH, Orlando 2010) [19/12/2010]

 

 

Ematologia :  boom di studi made in Italy

 

14 dicembre 2010 —  

ORLANDO La scienza made in Italy fa notizia negli Usa. Dei 5.200 studi presentati quest' anno al congresso della Società americana di ematologia (ASH), massima assise mondiale sui tumori del sangue, ben 3.306 (il 63% circa) erano firmati anche da italiani. Mieloma multiplo, leucemie e linfomi i tre campi in cui brilla di più la nostra ricerca. Tra i maggiori contributi, un importante risultato contro il mieloma multiplo, ventimila nuovi malati l' anno negli Usa, metà dei quali muore. Il problema maggiore di questo tumore, di cui in Italia soffrono novemila di persone, è che sopprime le difese immunitarie, favorendo la proliferazione delle cellule cancerose con remissioni sempre più brevi dopo le cure. La terapia attuale consiste in cicli chemioterapici seguiti da lunghi intervalli. Ma tre studi, uno dei quali firmato da Antonio Palumbo, direttore di Ematologia alle Molinette di Torino, uno di quegli esperti che all' estero ci invidiano, hanno dimostrato che con una terapia continuativa di lenalidomide e chemio la remissione della malattia è più duratura con la prospettiva di oltre quattro anni senza recidive. Gli studi, effettuati su 1.641 pazienti, mostrano pari efficacia nei casi asintomatici, quando non è indicato il trapianto di staminali e dopo il trapianto, e perfino nelle ricadute e in caso di resistenza alle cure. Il lenalidomide, oggi rimborsato solo per la cura delle recidive, deriva dal talidomide, farmaco dal passato infausto, riapprovato nel 2008 per l' efficacia sul mieloma multiplo. Ed è ancora un italiano, Carlo Gambacorti Passerini, direttore dell' unità di ricerca clinica all' ospedale S. Gerardo di Monza e professore di medicina interna alla Bicocca, il primo a curare un tumore, il linfoma ALK positivo, quasi sempre mortale tra i venti e i trent' anni. Trattando i malati con crizotinib, nuovo farmaco che inibisce il gene alterato che causa la malattia, l' internista ha ottenuto due regressioni tumorali complete e una parziale. Lo studio sarà sviluppato con altri 40 soggetti in sette centri, sempre italiani e si spera confermi i benefici osservati. Ancora Gambacorti ha presentato una ricerca internazionale su 502 malati di leucemia mieloide cronica che rivela la maggior efficacia del bosutinib, rispetto all' imatinib, il famoso Glivec generico dal 2011, superato anche dal nilotinib. Un altro, tra i tanti lavori in cui brillano firme italiane, riguarda un sistema computerizzato che individua tra i malati di leucemia mieloide acuta quelli che beneficeranno della chemio intensiva. Uno strumento importante perché, se pure il 50% dei malati sessantenni trattati ha una completa remissione, è così alto il rischio di morte prematura che è difficile scegliere chi trattare. «Il sistema predittivo - dice il dr.  Felicetto Ferrara, del Cardarelli di Napoli, che ha collaborato allo studio pubblicato su Lancet da Utz Krug, dell' ateneo tedesco di Münster - servirà molto nei pazienti con bassa previsione di remissione completa».

 

fonte: la Repubblca - DANIELE DIENA

 

 


::::::    Creato il : 19/12/2010 da Magarotto Roberto    ::::::    modificato il : 08/06/2011 da Magarotto Roberto    ::::::