VITA DA K
Mi chiamo Patrizia Cavalleri, ho 48 anni e sono in terapia oncologica da un anno e mezzo: K al pancreas purtoppo, cicli e cicli di chemioterapie e vai col liscio! Nel giro di qualche mese ho rivoluzionato la mia vita cambiando stile di vita ed abitudini, il trantran abitudinario di lavoro-casa-impegni familiari si è frantumato davanti alla notizia della mia patologia. Sapete i vecchi capotreni che passavano ritmando col campanello la frase “Signori si cambia!”: ecco, sono scesa da quel treno rassicurante e dagli itinerari sempre uguali e sono salita su uno nuovo, diverso da tutto ciò che conoscevo prima.
Questa è la mia famiglia col marito, i figli di 11 ed 8 anni ed è gran parte del mio mondo: il mio coraggio deriva da loro, dalla volontà di essere ancora loro accanto, dalla speranza di essere una mamma ed una moglie su cui si può ancora contare, anche se a volte mi sembra di essere la metà di prima.
Scrivo alcune mie considerazioni, semplici e sincere.
Niente è come prima: tutto è cambiato. Gli odori, i sapori, le mie forme, spesso anche la voce. A volte mi nascondo in un angolo o in sgabuzzino per lasciar correre qualche lacrima: persino le lacrime sono diverse!
Sapersi adattare è uno degli istinti vincenti per la sopravvivenza: tutti quelli “ vita da k “sanno cosa significa percorrere vie terapeutiche impegnative ma con la fiducia nei nostri bravi medici, l’organizzazione del gruppo familiare ed amicale, la semplicità e la fede nel cuore si può proseguire abbastanza serenamente.
Certo, stupisce non poco vedere attorno a sé reazioni strane: c’è chi fugge, c’è chi si imbarazza, c’è chi rifiuta la realtà, c’è chi invece di aiutare si defila, c’è anche chi si arrabbia con te perché sei malato…E noi avanti, sempre avanti, perché tutto ci è diventato prezioso e carissimo. Ho due bambini e gran parte del mio sforzo è per loro, - i miei teneri cuccioli – e per mio marito, a volte smarrito e sfiduciato, spesso nervoso.
Vado avanti credendo, sperando, pensando e pregando: non ho in mente grandi imprese, per me l’impresa più grande è riuscire a fare la spesa, riuscire a preparare da mangiare per quanto mi è possibile, riuscire ogni tanto a trovarmi con amiche ed amici positivi ed affettuosi, riuscire ad essere sopportabile ed utile in famiglia, riuscire - soprattutto per i bambini – a stare alzata dal letto. Non metto la testo sotto la sabbia né volo in cieli fiabeschi ed ingenui cercando miracoli: il vero miracolo, secondo me, è restare saldi e razionali, coraggiosi e forti, abbandonati nell’abbraccio di Maria nei momenti più difficili ( così sarà fino alla fine dei giorni), affidandoci, mediante Lei, al Sacro Cuore di Gesù. Un abbraccio ed un pensiero a tutti i K!
Patrizia Cavalleri
Parona di Valpolicella, 11 dicembre 2008
cavalleri.patrizia@alice.it
:::::: :::::: modificato il : 01/05/2010 da Magarotto Roberto ::::::