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storia di Claudia ( un angelo, messaggero d'amore) [22/11/2010]

          

                 CLAUDIA  DIANO  di Belvedere Spinello ( Crotone)

                  morta  a 35 anni 

                    lasciando dietro se' una scia d'amore

“Stiamo sposando Claudia”. Le parole della madre Giovannina risuonano nel silenzio irreale, mentre si lanciano caramelle al feretro bianco ricoperto di rose dello stesso colore che varca la soglia di casa. I bambini precedono il corteo spargendo petali di fiori. Non sono questi i festeggiamenti che ogni mamma sogna per la propria figlia, non è questo il percorso con il quale una fanciulla lascia la  condizione di nubile per essere accolta nel novero delle spose. Claudia Diano a 35 anni è stata condotta all'altare irretita nell'abbraccio della bestia sorda che sta divorando un numero insostenibile di vittime. Contro questo drago che si presenta oggi col volto orribile del cancro avremmo bisogno di intere schiere di santi combattenti, quelli a cui la cultura contadina affidava la rassicurazione dalle angosce esistenziali, veloci con la spada come san Giorgio.

 Nonostante gli sforzi delle autorità competenti per evitarlo, un timore strisciante si diffonde nella popolazione, a Belvedere Spinello come altrove. È vero, negli ultimi decenni l'alimentazione si è basata su troppi prodotti di sintesi (tra cui aromi e coloranti artificiali) i cui effetti sull'organismo non sono controllabili; l'inquinamento da sostanze tossiche e cancerogene riguarda l'aria che respiriamo, le piogge che irrigano i nostri raccolti, i materiali di cui sono fatti o colorati i nostri abiti, i detergenti, i giocattoli, i cosmetici, gli oggetti d'uso quotidiano e l'elenco funesto potrebbe continuare a lungo. Ma il terrore che ci lascia davvero attoniti e impotenti, con una sensazione bruciante di sconfitta a priori, è quello da cui nessuno ci ha difesi, quello che ti coglie quando pensi che nel Crotonese, come altrove, chissà quante abitazioni e pubblici edifici, non ultimi quelli scolastici, sono stati costruiti impastando cemento e veleni. L'orrore che ti assale al pensiero che chissà quanti nostri fiumi nascondono non i tesori di re e regine, ma depositi di metalli pesanti. E al largo delle nostre coste non sono affondati antichi velieri per la gioia degli archeologi subacquei, ma navi cisterne di sostanze letali. E a quanti dei nostri laghi e delle nostre montagne - nella memoria collettiva popolati da fate e altri esseri di un mondo contiguo - potrebbe esser toccata una simile sorte? A Belvedere Spinello l'ingegno criminale non avrebbe dovuto neanche industriarsi alla ricerca di cavità accoglienti e silenziose, di cui abbonda il territorio, come pozzi minerari dismessi, mattatoi mai entrati in funzione e quant'altro. Le autorità ci assicurano che così non è stato, ma riescono a rassicurarci di fronte al drago dalle fauci oscene e sempre più affamato?

Il giovane e brillante antropologo Robert Hertz definì la morte uno scandalo che dilania una comunità, attaccandola alle sue stesse fondamenta. Ancor più scandalosa è la morte, questa morte, di una giovane, la nostra Claudia, che nessuno di noi avrebbe mai immaginato di dover salutare: come se fosse immortale, nella sua fanciullezza eterna. Il corteo procede muto, solo i passi rimbombano. La chiesa è già gremita e una folla immensa, quella delle feste patronali più sentite, si accalca sul sagrato, nello spiazzo antistante, per strada, ovunque si trovi posto. Prima e alla fine della liturgia, sono letti messaggi scritti dalla madre, dalle sorelle, da cugini e zii, da insegnanti e amici. Un filo conduttore unico li lega tutti: l'innocenza, il candore, la gioia di vivere, l'allegria, l'amore donato senza condizioni, che descrivono Claudia. Don Pino Messina, in una delle sue omelie più accorate, con dolcezza ricorda questa ragazza: “Claudia era la mia stellina. Una mascotte per tutto il paese. Un angelo. Una vera maestra: è lei che ci ha insegnato l'umiltà, il dono di un amore senza pregiudizi che non pretende nulla in cambio. La prima volta che l'ho incontrata, mi ha abbracciato poggiando il viso sul mio cuore: è così che questi bambini riconoscono i sentimenti veri, con loro non puoi nasconderti dietro falsità e ipocrisie. Posseggono un sapere che non si impara in nessuna scuola o università. ” Da handicappati a portatori di handicap, a disabili o diversamente abili, il percorso sociale recente alla ricerca di un lessico "corretto" e non offensivo è riassumibile in queste tre espressioni. Ma se ci soffermiamo, pur rapidamente, sul significato di questi termini - il linguaggio fonda la realtà, senza scomodare qui teorie che a ritroso ci porterebbero verso le riflessioni heideggeriane sull'essere - ci appare abbastanza chiaro quel che le nostre società contemporanee esprimono. Handicap significa alla lettera "svantaggio, menomazione, impedimento", indica pertanto una condizione sfavorevole, una minorazione, un ostacolo e una difficoltà. Diverso è invece ciò che non è identico, ovvero non è identificabile con la "comunità del noi": la questione si risolve quindi in termini di alterità contrapposta a identità. Diversamente abile, poi, fa appello alle abilità, ovvero alle attitudini, alla perizia, alle capacità. Ce n'è abbastanza per sentirsi sminuiti, svantaggiati, discriminati. Attenzione: di fronte a questa terminologia pregiudiziale, che pretende di descrivere attraverso presunte mancanze e impedimenti o concedendo bonariamente qualche abilità seppur "diversa",  siamo tutti sminuiti, svantaggiati,  e non "loro", quelle persone, adulti o bambini, donne e uomini, che chiamiamo diversamente abili pensando di mondarci  la coscienza attraverso una terminologia politically correct .

Claudia è un angelo, è stata e sarà sempre il nostro angelo, così hanno detto tutti, tra i singhiozzi e i sorrisi che sbocciavano inevitabili ricordando il suo modo di trattare tutti con schiettezza, di protestare con una serie di sospiri ad hoc se l'omelia domenicale si protraeva a lungo, di dire allegramente "pazzo" e "brutto"  al familiare o all'amico che voleva prendere in giro, le sue battute e la sua passione per le canzoni di Jovanotti, tanto che il coro ha voluto salutarla eseguendo la sua preferita dopo la liturgia, prima del commiato. Angelo in greco indica la funzione e non la natura di questi esseri, significa messaggero. Messaggeri d'amore: ecco chi sono gli angeli, non necessariamente esseri disincarnati, così scrive il benedettino tedesco Anselm Grün. E Claudia è nata con un dono, una dote, un'abilità: quella leggerezza angelica di cui Grün stesso ci dice che non è superficialità ma fiduciosa sicurezza, abbandono e gioia. Ecco chiarito il mistero della nostra piccineria non soltanto lessicale! In chiesa il dolore era forte ma non angosciante, perché a tendere un poco l'orecchio si sentiva la risata cristallina di Claudia, allentando appena il corsetto della ratio positiva si intravedevano i suoi occhi verdi che puntavano uno sguardo incantato sul mondo, le sue mani, i suoi baci, i suoi abbracci. Il dolore era sfumato da una serenità e da un senso di armonia che emanava anche dalla foto di Claudia ritratta bella e raggiante in abito bianco, davanti alla sua torta di compleanno. Claudia dava amore senza condizioni o sovrastrutture, ma dopo che aveva poggiato il viso sul tuo cuore e sentito chi eri veramente. Claudia non voleva altro in cambio che un sorriso o una carezza e ricevere una caramella bastava a renderla  felice. Messaggeri di gioia e leggerezza anche i suoi amici della casa famiglia di Cupone a Rocca di Neto, con i quali aveva trascorso momenti indimenticabili, che procedevano in fila tra la folla sulle carrozzine o con andatura incerta, piangendo o sorridendo con gli occhi pieni e vivi, aperti al mondo e non sigillati da paure, pregiudizi e tabù che fanno ineluttabilmente parte della nostra inculturazione, fin da quando alberghiamo nel ventre materno.

Ho conosciuto Claudia quando eravamo bambine, mia mamma è stata la sua maestra alle elementari e tra loro è scoccato un amore a prima vista che è rimasto immutato negli anni estendendosi da subito a tutti i membri della mia famiglia. Ho ammirato, come molti in paese, il coraggio, la determinazione, l'amore della madre, delle sorelle Maria e Lidia, del padre Francesco, che hanno lottato perché Claudia avesse una vita felice, offrendole l'istruzione, i viaggi, i pellegrinaggi, gli spettacoli, le feste e le vacanze al mare che lei amava: non c'era evento in paese e dintorni che non la vedesse protagonista, sempre sorridente e vicino a mamma Giovannina, che l'ha difesa come una leonessa. Ora i familiari hanno avviato una raccolta di fondi da destinare alla ricerca oncologica. Se proprio dobbiamo rinchiudere con un termine Claudia e i suoi amici, se proprio non ce la facciamo a identificarli semplicemente nella "comunità del noi" senza specificazioni e distinzioni di alcun genere, perché non proviamo a dimenticare parole grossolane, perfino offensive nel goffo tentativo di celare la discriminazione e la paura del "diverso"? Potremmo chiamarli semplicemente innocenti, come sono e restano senza sporcarsi durante il percorso nel mondo, mantenendo intatta quell'apertura assoluta alla vita e all'amore che molti di noi "omologamente abili" perdiamo ben presto. Pensavo a Dante e Marianna, miei cari amici che vivono in Piemonte e alla sorella Paola, che fa danza, teatro, si veste alla moda e si trucca: loro tre, anche grazie a genitori fantastici, sono semplicemente e intensamente fratelli e guardandoli insieme non vedi chi è down e chi è up. Da Claudia e Paola, da Antonella di Strongoli e da Rebecca di Rho, dalle loro famiglie ho imparato qualcosa che non è scritto neanche nel più pregevole volume: ho imparato il rispetto innanzi tutto per me stessa, che mi impedisce di classificare ipocritamente le persone rinchiudendole in recinti, relegando alcune, forse perché più belle, nel ghetto delle menomazioni, asfissiandone le esistenze in camere a gas lessicali e non per questo meno mortifere. In un'epoca di celebrazioni di Stato e elogi funebri continui, che tendono alla costruzione di effimeri eroi mediatici, i piccoli non fanno notizia: noi non ti dimenticheremo! Grazie Claudia, innocenza sublime che hai reso il mondo un posto migliore.

Alfonsina Bellio

 

 

      


::::::    Creato il : 16/10/2010 da Magarotto Roberto    ::::::    modificato il : 22/11/2010 da Magarotto Roberto    ::::::
Commenti (2)
#1 commento inserito da : Diano Lidia il giorno : 19/09/2014 alle ore: 19.33

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Mia sorella...la sua storia,la nostra vita! ci manca immensamente adesso più di prima...assenza senza fine! sono arrivata in questo blog per caso e non so come ne siete venuti a conoscenza, ma è proprio così la sua scia d'amore continua ancora oggi.Grazie ancora. Lidia
#2 commento inserito da : Marsala rossella il giorno : 22/10/2010 alle ore: 12.32

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Accipicchia! Questo sì che è un racconto da leggere e ricordare: grazie per averlo donato a noi tutti!
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