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storia di manuela ( ancora insieme, all'Oktoberfest) [18/10/2008]

E ADESSO CHE SEI , DOVUNQUE SEI , CHISSA’ SE TI ARRIVA IL MIO PENSIERO?
                                                                                                                       (L.Ligabue)

E’ passato un anno dalla morte di Manuela, mia moglie  ed io sono appena tornato da Monaco di Baviera , da quell’Oktoberfest che è servita da ciambella di salvataggio a cui Manuela si aggrappava.
Un nuovo viaggio a Monaco voleva dire un anno in più di sopravvivenza , voleva dire che era stata più forte del cancro, che era riuscita a vincere , almeno per quell’anno.
Aveva 40 anni appena compiuti e diligentemente e andata a fare la sua prima mammografia, hanno scoperto un nodulo e allora agoaspirato e poi la diagnosi: TUMORE AL SENO.
Sembrava fossimo sprofondati in un buco nero, devo dire che io ero il più pessimista dei due, lei mi diceva sempre:”vedrai che riuscirò a farcela, in fondo non sono la prima e non sarò l’ultima”.
E’ così iniziammo la ricerca del luogo di cura che per chi non sa niente è la cosa più angosciante ….non sei mai convinto.Alla fine abbiamo optato per l’I.E.O.  di Milano :quadrantectomia,chemio e radio.
Protocollo standard.
Controlli costanti indicavano che tutto andava bene e quindi decise che dovevamo goderci la vita e andammo per la prima volta assieme all’Oktoberfest a Monaco di Baviera.Si divertitì un mondo , lei che adorava la Baviera, vedeva il mondo colorato della festa con gli occhi di una bimba, sempre con estrema curiosità catturando suoni e profumi, che gli rimanevano in testa da un anno all’altro, perché poi ci siamo tornati anche gli anni successivi, ci siamo tornati anche l’anno in cui a Gennaio , tre anni dopo la prima volta abbiamo avuto la terribile notizia che il tumore originario aveva recidivato nell’ovaio.
Qui ricomincia la trafila:I.E.O. per la chirurgia, Ipertermia, Radio e Chemio a Verona.
Sembrava che  non ci fosse più , che se ne fosse andato e invece un anno dopo una nuova massa ricomparve tra l’intestino e l’uretere. A questo punto Chemio ad Aviano, nel frattempo lavorava, faceva i lavori di casa e non perdeva occasione per divertirsi ( Vienna e Monaco le mete preferite ).
Sembrava che la massa fosse scomparsa , ma dopo un po’ di mesi ricompare e allora Urologia a Modena , con un continuo via-vai, dentro e fuori dall’Ospedale per mettere gli Stent che non ne volevano sapere di rimanere in posizione.
E’ a questo punto  che abbiamo incontrato  un oncologo che , con una umanità e con un coinvolgimento personale che non mi aspettavo,  ci ha detto francamente che  l’intervento chirurgico sarebbe stato troppo demolitivo e che la Chemio poteva solo rallentare la malattia. Abbiamo lottato ancora con una chemioterapia  per bocca e con farmaci adeguati per il dolore .
Anche nell’ottobre prima della sua morte  siamo ritornati all’Oktoberfest : era lei di nuovo a volerlo anche se ormai era perennemente in carrozzina , col catetere vescicale a  dimora   e doveva assumere ogni giorno una grossa quantita’ di oppioidi : alla fine ho accettato  con un po’ di preoccupazione per i disagi che avrebbe dovuto affrontare .
Ma alla fine ce l’abbiamo fatta ad arrivare e a goderci la festa ( piu’ lei di me, a dire il vero) : se ci ripenso  ancora mi sembra incredibile che tutta quella allegria, quei fiumi di birra, quel rumore assordante non le dessero fastidio : voleva esserci anche lei , perche’ era ancora viva ! e ci teneva a dimostrarlo .
Con  Manuela mi sono sempre dimostrato fiducioso e positivo  e di questo sono orgoglioso, perché vi assicuro , fino a dieci minuti prima che la rottura di una vena se la portasse via , stava ridendo con me , era riuscita a non perdere il sorriso e continuava a parlare di domani , non di ieri.
Senza voler dare consigli non richiesti vi dico, se siete ammalati datevi un obiettivo  che vada al  di la’  della guarigione e questo vi aiuterà a guardare avanti, appoggiatevi alle persone che amate.
Se invece siete questa persona non parlate mai della morte ma date un aiuto concreto perché il vostro caro si dia un obiettivo e lo raggiunga.
Magari non sconfiggerà il cancro ma farà vivere meglio la persona ammalata e anche voi.

Fabio ottobre 2008
     


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