Fabrizio Macchi ,
Vive a Varese; nato nel 1970 , sottoposto ad amputazione della gamba sinistra nel 1986 per un tumore al ginocchio, campione di ciclsmo pluri decorato e medaglia di bronzo alle paraolimpiadi di Atene 2004 in inseguimento su pista , senza dimenticare che detiene il record mondiale dell'ora - ci ha inviato un ricordo della sua esperienza che potrete trovare in forma completa nel volume PIU' FORTE DEL MALE ( Piemme editore)
"ho lasciato passare vent'anni prima di decidermi a infilare il naso tra tutti quei fogli che dal 1983 al 1986 scandirono e registrarono la mia vita.Sono stato monitorato come un animale da laboratorio :sono segnati ogni prelievo, ogni intervento subito, sono contati uno per uno i miei globuli rossi e i miei globuli bianchi come i titoli in una seduta di Borsa.
Anche la mia vita a ripensarci in quel momento fu come un investimento in Borsa : nessuno sapeva quali risultati avrebbe portato :di sicuro i rischi erano fortissimi, quando intrapresi il mio primo trasloco forzato per l'intervento. Che sarei uscito presto, come mi aveva detto il professore, in fondo era vero; e anche che sarei tornato a giocare era vero, perche' devo dire che nei miei tre anni che seguirono non posso dire di non essermi divertito , tra una cura e l'altra: cio' che il professore aveva pero' omesso era che non sarei uscito come ero entrato, cioe' sulle mie gambe !
Sapete, nessuno mi ha mia detto in faccia quale fosse il mio male :non uno che mi abbia affrontato con coraggio e sensibilita' per dirmi"Fabri, quello che hai e 'un cancro"
E non era solo un atto di cortesia per non spaventarmi: e' un retaggio culturale che non ha motivo di esistere , come se non pronunciare quella parola possa servire a portatere avanti la propria faticossima ricerca di senso .
Ora che sono testimonial dell AIRC , sfrutto ogni occasione per spiegare che di cancro si puo' anche guarire .Eccomi, signori; sono qui : piu' forte di prima ! e mi batto e mi battero ' sempre contro le migliaia di luoghi comuni che circondano il cancro, contro quel senso di fatalismo che fa parlare di male incurabile : non e' un riguardo verso il lettore o l'ascoltatore:e' un errore storico!
Mi piace avere come simbolo il fenicottero:un aninale nobile, elegante ma sopratutto veloce e quando dorme poggia su una sola gamba mantenendosi in equilibrio perfetto
fabrizio e lance armstrong
:::::: :::::: modificato il : 22/10/2011 da Magarotto Roberto ::::::