Airc, 60 mln in 5 anni per cure contro l'orchestra del cancro
Milano, 23 apr. (Adnkronos Salute) - Mai più l'aggettivo "imbattibile" associato alla parola "cancro". L'Airc lancia la sua sfida contro i tabù del "male inguaribile", e lo fa assegnando 60 milioni di euro in 5 anni a 5 progetti vincitori del Programma speciale di oncologia molecolare clinica lanciato in settembre. A 7 mesi dal primo annuncio, l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro ha presenta a Milano i team che riceveranno i fondi donati all'onlus con il 5 per mille: 464 'cervelli' in tutto, fra scienziati di base e clinici che lavoreranno tra il banco di laboratorio e il letto del malato. Giovani chiamati a produrre entro un quinquennio risultati concreti contro "l'orchestra del cancro", come la chiamano gli stessi protagonisti. La missione, spiegano, è "uccidere il direttore" che la comanda a bacchetta e far tacere così "i suonatori stonati" che eseguono i suoi ordini. La rosa dei 5 coordinatori prescelti - Federico Calligaris-Cappio (San Raffaele Milano), Paolo Comoglio (Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo, Torino), Roberto Foà (università La Sapienza di Roma), Alessandro Massimo Gianni (Istituto nazionale tumori di Milano) e Alessandro Vannucchi (università di Firenze) - è stata selezionata da 18 'top leader' dell'oncologia stranieri. Il sistema anglosassone del 'peer review', garanzia di "trasparenza, meritocrazia e rigore", assicurano i vertici Airc."Tutti i fondi che promettiamo li abbiamo già in casa", assicura il presidente dell'associazione Piero Sierra. Sottolineando comunque che "ad oggi è pervenuta all'Airc solo l'intera cifra relativa al 5 per mille delle dichiarazioni 2006 e il 35% di quella relativa al 2007", mentre "non sappiamo ancora i tempi con cui verrà liquidato il contributo relativo al 2008, già comunicato dall'Agenzia delle entrate". Ma si tratta solo di tempi tecnici, puntualizza Sierra, convinto che il 5 per mille funzioni, e "alla grande: ci permette di destinare grandi investimenti a progetti di lungo respiro, in condizioni di stabilità e continuità". Cifre che "danno le vertigini", confermano gli scienziati premiati, e che permettono di dare certezze a tanti giovani: "Contratti almeno triennali, se non quinquennali". "From the bench to the bedside" (dalla 'provetta' al malato) è il motto della "ricerca che cura" sostenuta dall'Airc. E per essere sicuri che gli studi si traducano in terapie, fra tre anni i 5 progetti arrivati al traguardo (sui 30 candidati iniziali, poi scremati a 11) dovranno superare un primo esame: i 18 'cervelloni' stranieri andranno a trovarli in laboratorio, per verificare che gli obiettivi intermedi siano stati raggiunti. Solo se la visita avrà esito positivo il programma andrà avanti. "L'obiettivo di tutti deve essere uno solo e cioè 'to make the difference' (fare la differenza)", esorta Maria Ines Colnaghi, direttore scientifico dell'Airc. Per il resto, ai partecipanti è stata garantita fin dal testo del bando "la massima libertà creativa".Essere riusciti a reclutare come 'peer reviwer' questi massimi esperti da States e Regno Unito "ha del miracoloso", riflette Colnaghi. E "farsi 'correggere i compiti' da questi nomi richiede coraggio", sorride Alberto Costa, direttore della Scuola europea di oncologia e coordinatore del Centro di senologia della Fondazione Maugeri di Pavia e del Canton Ticino. Ma pare che il 'genio italiano' sia piaciuto ai super-esaminatori. Parola di Robert Bast, vice presidente Ricerca traslazionale al M.D. Anderson Cancer Center di Houston, Texas, coordinatore del pool dei revisori: "Siamo stati profondamente impressionati dalla qualità delle proposte" che attestano "l'eccellenza della ricerca traslazionale italiana sul cancro".
:::::: Creato il : 26/04/2010 da Magarotto Roberto :::::: modificato il : 26/04/2010 da Magarotto Roberto ::::::