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storia di rosa ( i miei primi quarant'anni) [15/05/2010]

         Mi chiamo Rosa Sessa, abito a Limbiate (MB) e lavoro presso l'ufficio scuola, sport e tempo libero del Comune di Senago( qui sono con Riccardo e Federico)

Ecco la mia storia

Mi chiamo Rosa e tra pochi mesi compirò 40 anni…come la famosa Marina Ripa di Meana mi piacerebbe scrivere il libro “I miei primi quarant’anni” e ne avrei tante di cose da raccontare!

Quella che mi preme raccontare oggi è la storia della mia malattia e della grande speranza che ho imparato a coltivare e che mai dovrebbe lasciarci.

Nel 1998, a ventotto anni, comincio ad accusare dei malesseri (sudorazione notturna, prurito a mani e piedi, febbriciattola, stanchezza, …) a cui inizialmente non ho dato il giusto peso..dopo un paio di mesi però mi reco dal medico e  subito intuisce qualcosa e dunque mi manda a fare gli esami di rito. Nel frattempo io e il mio fidanzato di sempre (siamo insieme da quando avevamo 16 anni) decidiamo di sposarci e dobbiamo solo stabilire la data delle nozze e come in un film arriva il colpo di scena: ho un tumore, Morbo di Hodgkin.

Confesso che il trauma è stato grande e tenendo presente che nessuno di noi (né della mia famiglia e né di quella di Claudio, l’allora mio fidanzato) aveva mai avuto un caso di tumore in famiglia, l’impreparazione è stata assoluta (anche se credo che nessuno sia mai veramente preparato a ciò).

Dopo l’enorme shock iniziale ho preso il coraggio a quattro mani e ho deciso di affrontare la malattia con forza e dignità: ho cominciato le cure, con un sorriso e con un sorriso le ho finite e tutto il personale del day hospital del Talamona di Niguarda credo abbia apprezzato il fatto che io fossi sempre sorridente e non mi lamentassi mai…poi a casa era tutta un’altra cosa: stavo male e mi lamentavo eccome…avevo Ruben, il mio dolce cagnolino che purtroppo mi ha lasciato a luglio, che mi faceva tanta compagnia e non mi abbandonava mai, neppure per un momento.

Il mio fidanzato si è dimostrato ancora una volta l’uomo che avevo sognato, restandomi accanto e dimostrandosi forte e piangendo poi, lontano dai mie occhi, quando tornava a casa sua. Lui mi ha rasato i capelli, quando dopo le prime chemio ho cominciato  a perderli a ciocche e questo è stato un gesto simbolico, che credo ci abbia legato di più: è stata l’unica volta, in quel periodo, in cui ha pianto davanti a me e io ho pianto come una bambina, io che non sono nemmeno particolarmente vanesia e che al mio look non ho mai tenuto in modo esagerato.

I miei genitori si sono fatti in quattro per me e so che la mia malattia ha portato loro molto più dolore delle tante esperienze dolorose che già in passato purtroppo avevano vissuto: penso che per un genitore il dolore più grande sia veder soffrire un figlio o perderlo…e quando tuo figlio ha un tumore vivi dentro entrambe le situazioni, perché lo vedi soffrire e sai che potresti perderlo.

Nel maggio 1999 finalmente le cure si sono concluse e al colloquio finale i medici mi ventilarono la possibilità che vi fossero problemi a concepire bambini, a seguito delle cure fatte e naturalmente mi consigliarono di aspettare la remissione completa prima di iniziare una gravidanza e mi raccomandarono, che se dopo un  anno di tentativi non fossero arrivati bambini, avrei dovuto fare i dovuti accertamenti del caso.

A settembre 1999 io e Claudio ci siamo sposati e dopo otto mesi ci siamo trasferiti a New York, per il suo lavoro ed è incominciato un altro pezzo della mia vita…..nel 2002 è nato il mio primogenito Riccardo ed è stato meraviglioso, non solo concepire un figlio senza problemi viste le premesse, ma soprattutto vederlo così sano, così completo, così bello! Nella mia testa si era insinuato il pensiero che le cure potessero avere conseguenze sui miei figli (addirittura che mi impedissero di diventare madre) e devo ammettere che ancora questa idea non se n’è andata completamente…nel 2004 è nato Federico, altro splendore e altro miracolo della vita…e ora sono madre felice e abbastanza serena di due splendide creature di cinque e sette anni, che mi fanno impazzire, ma che adoro.

Mi capita spesso di guardarli e di non poter credere ai miei occhi e di chiedermi “ma sei davvero tu la mamma di questi bambini? Sono veramente i tuoi figli?”, perché quando ti capita una malattia come il tumore, ti sembra davvero che tutto possa finire e che tutto sia compromesso…invece poi capita che sei ancora in fase di remissione, ma sai che potresti avere dei problemi a procreare e quindi ti “porti avanti “ e dici a tuo marito:” Proviamo a concepire un bambino, perché tanto ci vorrà parecchio prima che succeda” ed invece il mese successivo scopri con meraviglia di essere incinta! E poi pensi che i dottori ti sgrideranno, perché non hai seguito il loro consiglio e invece sono talmente felici per te che ti fanno le congratulazioni e ti mandano subito a fare qualche esame “di sicurezza”.

Insomma, per concludere questo pezzo della mia storia, nel 2004, subito dopo che è nato il mio secondogenito, è stata dichiarata la mia remissione e un grosso peso dal cuore se n’è andato…anche se ogni tanto qualche brutto pensiero riemerge, perché purtroppo certe esperienze dolorose non riescono mai a lasciare completamente la tua mente…

Spero che questo mio resoconto possa dare fiducia ad altre persone che si ritrovano oggi nella mia situazione di allora…in bocca al lupo e non perdete mai la speranza!!

 


::::::    Creato il : 27/08/2009 da Magarotto Roberto    ::::::    modificato il : 15/05/2010 da Magarotto Roberto    ::::::