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il salice: germogli e radici ( da elide siviero) [23/06/2009]

a suggello delle nostre riflessioni sulla  speranza in oncologia

oggi pubblichiamo questo bellissimo testo di Elide

IL SALICE

Durante la scorsa primavera mi ha accompagnato per un po’ una strana e affascinante visione. Mio marito aveva tagliato gli alberi che si trovavano sulle rive dei fossati e aveva lasciato, davanti a casa nostra, i tronchi da segare a piccoli pezzi da ardere: questa serie di tronchi occupava lo spazio, lo sguardo e soprattutto i pensieri.
Ora, per me è stato veramente straordinario vedere che un po’ alla volta da questi tronchi cominciavano a spuntare dei germogli nuovi; insomma i tronchi, anche se tagliati, cominciavano a germogliare. Ho subito pensato che la forza della vita è talmente importante che anche da un albero tagliato sprigiona questa potenza.
Mi sono informata e ho saputo che gli alberelli in questione erano dei Salici bianchi (Salix alba), così chiamati per le foglie setose che riflettono la luce. Sono alberi alti fino a 15-20 m., mentre il tronco può raggiungere un metro di diametro.
Il Salice bianco vive sulle sponde dei fiumi e dei laghi, su suoli umidi ricchi di sali nutritivi e di calcio. Per questo viene utilizzato per consolidare i terreni di ripa e le pendici franose. Il suo legno leggero non è molto pregiato e viene utilizzato per lo più nell'industria cartaria. Infatti, come combustibile questo legno brucia in fretta, producendo un buon calore ma per un tempo limitato. Il Salice bianco era utilizzato come sostegno per le viti perché avendo una crescita veloce, era anche facilmente utilizzabile per questo tipo di impiego. Inoltre, il legno di queste piante, soprattutto delle radici, possiede la proprietà di non marcire con la permanenza in terreni saturi di umidità e per questo tali specie vengono utilizzate nel rimboschimento di zone paludose. E oltre a tutto il salice è una pianta che tollera bene l'inquinamento atmosferico.
Insomma, questa pianticella comune, povera, poco pregiata, molto utilizzata nelle nostre campagne, ha in realtà un potenziale fantastico, una energia vitale che non cede: da essa si estrae anche l’acido salicilico che è il componente base dell’aspirina. Il Salix alba è anche capace di curare!
Ora ho saputo che questa determinazione a vivere rende molto vigorosa questa pianta, capace di resistere, di germogliare in continuazione, di non cedere mai: se uno taglia uno di questi alberi e lo pianta a rovescio, con la chioma dentro il terreno, esso è capace di emettere di nuovo radici anche dalla chioma, e poi di germogliare nuovamente, insomma di vivere anche nelle condizioni più estreme.
Penso che ogni tanto dovremmo tenerci davanti agli occhi un tronco di salice e guardarlo per ritrovare energia quando tutto sembra perduto. Esso ci insegna che non occorre essere una grande quercia per essere forti, o un enorme bao bab per non cadere: la cosa essenziale è avere la forza di ricominciare sempre, di germogliare anche se siamo stati tagliati, di credere alla vita anche se piantati a testa in giù.
Guardando quei tronchi così irriducibili nella loro forza vitale mi è venuta in mente una frase che Mons Tonino Bello ripeteva a se stesso negli ultimi giorni della sua vita. Egli citava un brano del “De Provvidentia” di Seneca, nel quale l’autore descriveva l’uomo virtuoso come colui che combatte sempre, “fa il callo alle offese, e non cede ad alcun male ma anche se cade combatte in ginocchio” detto in latino con una frase lapidaria : «Etiam si cecidit de genu pugnat» (cfr. Seneca De providentia II, 1-7).
Così anche noi, come il salix alba, come l’uomo virtuoso descritto da Seneca, possiamo osare ricominciare sempre, germogliare di nuovo e combattere in ginocchio con tenacia anche se schiacciati o piegati dalla vita.

Elide Siviero

                                     

 


::::::    Creato il : 23/06/2009 da Magarotto Roberto    ::::::    modificato il : 23/06/2009 da Magarotto Roberto    ::::::