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me sventurato, me fortunato ( Dostoevskij e Marc'Aurelio - la verità e la speranza-5) [21/05/2009]

Giorgio di Milano ci scrive di aver apprezzato gli spunti sinora pubblicati sulla verita' e la speranza (vedi in questa sezione contatti) ma ritiene che ci sia qualcosa che  trascende entrambe: la ricerca del senso delle cose

Suo figlio Marco da bambino ha rischiato di morire per un raro tumore neurologico ( il medulloblastoma) ma e' sopravvissuto ed oggi e' uno splendido ragazzo .

"Nei momenti di piu' amaro sconforto,  mi chiedevo , con mia moglie: PERCHE'?perche' un bambino? perche' proprio a lui? e mi ricordo leggevo e rileggevo la pagina del  monologo di Ivan  Karamazov  dei "Fratelli Karamazov" di Dostoevskij che vi riporto :

"Oh, nel mio povero spirito terrestre euclideo, io so soltanto che il dolore esiste , che non ci sono colpevoli , che ogni cosa scaturisce direttamente e semplicemente da un'altra , che tutto scorre e si equilibra

Ma che m'importa che non ci siano colpevoli, che ogni cosa scaturisca direttamente da un'altra e che io lo sappia !
a me occorre un compenso non nell'infinito, chissà dove e chissà quando , ma già qui sulla terra; e tale che io lo possa vedere . Io ho creduto e voglio vedere anch'io e , se allora fossi morto, mi si resusciti , perchè se tutto dovesse avvenire senza di me, sarebbe una cosa troppo ingiusta .Io non ho mica sofferto per concimare con il mio essere, con le mie colpe e le mie sofferenze la futura armonia a favore di qualcuno. Io voglio vedere con i miei occhi il daino ruzzare accanto al leone e l' ucciso alzarsi ad abbracciare il suo uccisore 

Io voglio essere presente quando tutti apprenderanno , di colpo , perchè tutto sia stato così"

                             

Per anni la domanda mi ritornava e per fortuna l'esito per noi era stato favorevole .

Una possibile risposta la ritrovai un giorno leggendo  nei "Pensieri" di Marc'Aurelio:

"Me sventurato, mi e' capitato questo ! Niente affatto ; semmai : me fortunato , perche' anche se mi e' capitato questo  resisto  senza cedere al dolore, senza farmi spezzare dal presente e senza temere il futuro.

Una cosa simile sarebbe potuta capitare a tutti , ma non tutti avrebbero saputo resistere  senza cedere al dolore"

io ci ho provato , e capisco quanto sia difficile dare un senso ai casi  della vita che si concludono diversamente dal mio 
ma io lo credo possibile
  Giorgio."


::::::    Creato il : 30/05/2009 da Magarotto Roberto    ::::::    modificato il : 21/07/2009 da Magarotto Roberto    ::::::
Commenti (1)
#1 commento inserito da : Marsala Rossella il giorno : 18/06/2009 alle ore: 10.42

testo:


Caro Giorgio, è stato davvero interessante leggere le tue parole e le citazioni che hai inserito e che ti hanno accompagnato in questa lunga riflessione. Sono contenta di sapere che, anche grazie ai Pensieri di Marc'Aurelio, hai rintracciato quello che, a mio modesto parere, è l'Unico senso possibile, non solo alle nostre grandi prove (malattie, disgrazie, gravi perdite affettive o materiali). Se c fermassimo al "Perchè? Perchè proprio a me? Perchè a mio figlio?" resteremmo intrappolati nel dolore o, peggio, nella rabbia. Le persone che, come te e tutti noi che siamo qui a scrivere o a leggere su questo sito, sono riuscite ad andare avanti non "come prima" ma meglio di prima solo perchè hanno avuto il dono, la capacità, la ferrea volontà di esprimere gli stessi pensieri che hai ritrovato in Marco Aurelio. Questo dimostra che, pur divisi da secoli di storie, se il nostro Essere riesce a sollevarsi dal mero livello della materia, in cui ogni sofferenza è dirompente, ha la grande opportunità di cogliere il senso delle prove a cui è sottoposto. Riesce a immergersi nel suo dolore, a lasciarsene attraversare ma non piegare o uccidere. Riesce a farlo passare oltre, conoscendolo e non rifuggendolo, e impara ogni giorno un po' di più il senso profondo di questo nostro vivere. Trovo che tutto questo sia intriso di una tale bellezza e meraviglia che condivido il pensiero di Marco Aurelio: "me fortunato"!. Grazie del tuo sincero contributo, Rossella