"La persona a cui viene fatta la diagnosi di tumore e’ una nuova persona , piu’ fragile, piu’ suscettibile , smarrita, spesso sola : ha bisogno di un punto di riferimento solido : certo deve avere pazienza ma non e’ giusto che il sistema sanita’ non ne abbia nei suoi confronti “
“ il paziente non deve mai essere un numero: prima di tutto e’ una persona , non una malattia : cio’ che chiede prima di ogni altra cosa e’ il rispetto”
“ alla incredulita’ dopo la diagnosi segue la rabbia e poi la rassegnazione : deve poi seguire la ricostruzione della propria vita , quasi una rinascita : in questo il medico ha un ruolo importante nel garantire la fiducia nelle cure , anche e sopratutto quando non si puo’ guarire perche’ ancora molto si puo’ fare per la qualita’ della vita delle persone malate”
Sono alcuni estratti dell'intervento di Sylvie Menard a Negrar il 24 maggio : lei e' stata fino a poche settimane fa Direttore della ricerca sperimentale all'Istituto dei Tumori di Milano , dove ha lavorato per 40 anni; da tre anni e' in cura per un mieloma multiplo, con successo : sabato ha commosso molti, parlando da paziente per i pazienti. Grande Sylvie!
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