"Io sono un prigioniero; le regole le impone la mia malattia : questo e’ il mio carcere, dove sono recluso come il conte di Montecristo”
“Il medico deve essere abile : il carattere del medico puo’ produrre nel paziente un effetto pari o superiore a quello di tutti i rimedi impiegati .”
“ La medicina e’ un’arte: e’ fatta di perspicacia ed intuito e capacita’ di creare un vero dialogo coi pazienti”
“ Auspico l’inserimento nel piano di studi universitari di un esame di attitudine alla professione medica : questo non vuol dire che dobbiamo essere perfetti , ma capaci si’ di gestire la relazione coi pazienti in favore del loro benessere fisico e psicologico “
cari amici, ecco alcuni estratti delle riflessioni che il prof.Gianni Bonadonna ha fatto a Negrar il 24 maggio scorso . Ricordo a chi non lo conosce che e' stato uno dei numeri uno mondiali dell'oncologia ed ha ideato dei protocolli di chemioterapia , in particolare per il tumore mammario e i linfomi, adottati a livello internazionale ( anche dagli americani che fanno scuola nell'oncologia medica !) ; poi nel 95 e' stato colpito da un ictus ma non si e perso di coraggio e continua a lavorare con la "Fondazione Michelangelo" di Milano per la qualita' delle cure in Oncologia
Ha parlato con lentezza, considerati gli esiti dell'ictus, ma con estrema chiarezza e passione .
Bonadonna ( a sinistra) con il dr.Venturini
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