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la solidarieta', dovere civile (Enrico Gaz, Negrar 2009) [19/05/2009]

          

Il dr.Enrico Gaz, avvocato del foro di Venezia,  ha tenuto  il 16 maggio  a Negrar una  importante   relazione sul ruolo del volontariato in oncologia.

Egli e' il presidente della meritoria associazione Mano Amica di Feltre , da  molti anni  presente sul territorio per aiutare le famiglie cha hanno un malato grave di cancro a casa .

Partendo dalla  Costituzione ,  egli ha affernato che il volontario non e' un eroe ma un vero cittadino che per la sua comunita'  esercita il  dovere di  persona  solidale  verso coloro che sono in difficolta' , aspettandosi nel momento del bisogno  la soddisfazione piena del diritto ad essere  aiutato e confortato .

Per essere volontari adeguati, bisogna essere formati  per  dare   la propria benevola disponibilita' in  modo proficuo ed efficace .

 


::::::    Creato il : 19/05/2009 da Magarotto Roberto    ::::::    modificato il : 19/05/2009 da Magarotto Roberto    ::::::
Commenti (1)
#1 commento inserito da : Marsala Rossella il giorno : 23/05/2009 alle ore: 14.59

testo:


Non ho potuto partecipare al convegno e la notizia di relazioni come questa mi fa ancor più rammaricare per la forzata assenza. Proprio nei giorni scorsi riflettevo su questo argomento e avevo pensato di scriverle per gli amici di questo sito. Oltre a fare volontariato con AGEOP, un'associazione che qui a Bologna si occupa dei bambini e delle famiglie della oncoematologia pediatrica, mi occupo insieme ad altre amiche di due nostre amiche che in questo momento stanno affrontando il cancro. Fare volontariato non è, appunto, questione di eroismo. Io credo fermamente che sia un nostro preciso dovere. Soprattutto noi, che in questo momento stiamo bene, possiamo offrire una luce in più e la comprensione di chi sa cosa significa sopportare cure pesanti. Fare volontariato significa guardarsi allo specchio e vedere nell'altra persona il se stesso sofferente. Significa offrire amore, comprensione, serenità, dolcezza, conforto e allegria. Significa non dimenticare, anche se la negazione di quanto ci è accaduto può essere un normale meccanismo di difesa per non vivere nella paura di una recidiva. Significa gioire di ogni piccolo succecco come se fosse il nostro. Significa ringraziare ogni giorno per il tempo in più che ci è stato concesso ed essere felici, nel più profondo dell'anima, di averlo compreso e di poterne disporre per aiutare chi ancora è nel pieno del tunnel. Non è eroismo, quindi, è una sfida con se stessi, perchè ogni volta viene voglia di darsela a gambe, credetemi. Perchè guardi tutta quella sofferenza e non puoi non chiederti: quando toccherà di nuovo a me? Significa, quindi, guardare in faccia le proprie paure e provare ad affrontarle senza fuggire, sperando che l'amore possa essere, come si dice, il grande guaritore.