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storia di mirko ( anche questa e' vita...) [04/12/2009]

                          

Mirko  Mori e' morto a 33 anni  l'11 agosto 2007 di un melanoma.

Era stato un grande, appassionato  giocatore  di calcio  in varie squadre del  Veronese

Una squadra ( BORGO PRIMO MAGGIO) continua a giocare nel suo nome, portando alta la bandiera dei suoi  grandi valori    come uomo , prima ancora che come sportivo

la moglie Barbara e l'amica Pamela ci inviano questo  affettuoso  ricordo

 Parliamo di Mirko, per gli amici RASTY…
Un uomo, un giocatore, una storia ricca di emozioni.
Una vita vissuta al massimo tra la famiglia, i campi di calcio e gli amici.
Un uomo ricco dentro, leale, una fonte di energia, un vulcano.
Ha vissuto i suoi 33 anni fino in fondo, senza paura, anche quando la malattia lo ha colpito, ha mantenuto un atteggiamento forte  ma sempre  rispettoso verso se stesso e ha preferito sempre mandare avanti un sorriso con ironia e con la dignità che non gli è mai mancata.
Tutti lo amavano perché lui era Mirko, era la risata in compagnia, la forza nelle partite, il coraggio di affrontare tutto e sempre a TESTA ALTA.
Non si è mai fermato perché lui era il giocatore che tutti avrebbero voluto. Un esempio lo era già. La sofferenza e la morte hanno contribuito a rendere ancora più forte il ricordo del giocatore, della punta, dell’uomo.
Un giorno disse “ANCHE QUESTA E’ VITA” e così ha deciso di viverla fino in fondo, senza mai mollare.
Una battaglia è persa quando sei tu a pensare di averla persa, ed è per questo che non è stata la malattia a vincere, ma LUI.
Mirko aveva progettato, insieme agli amici di sempre, una nuova vita calcistica. Allenatore del Borgo Primo Maggio.
Una sera, in compagnia di 2 cari amici, bevendo qualche birra, decisero di riaprire la società, un pezzo di storia del Borgo che mancava da 15 anni, alcuni di loro, Mirko compreso, nei mitici anni 80, poco più che bambini, si cimentavano a indossare scarpine e pantaloncini per giocare a pallone della mitica AC BORGO PRIMO MAGGIO, era la squadra del quartiere e tutti i ragazzini dovevano passare da li almeno per provarci. Una società andata ai vertici del successo fino a quando, negli 90, la chiusura dovuta ad una forte crisi. Per Mirko e i suoi amici era stata un’esperienza di vita che ha lasciato una traccia indelebile nel cuore, giocando tutti assieme avevano imparato il valore dell’amicizia e hanno vissuto momenti veramente unici e così, hanno realizzato quello che nessuno si aspettava, hanno detto FACCIAMO RIVIVERE IL SOGNO, facciamo rivivere la società..
Una nuova sfida, una nuova scommessa, Mirko si era fatto rapire da questa idea, una tentazione trasformata in felice realtà perché fino all’ultimo istante ha dedicato anima e corpo a questo fantastico progetto.
Purtroppo non ha fatto in tempo a sentire il fischio d’inizio ma la SUA squadra, ancora oggi, scende in campo al grido:
E PER MIRKO: VINCEREMO VINCEREMO VINCEREMO


::::::    Creato il : 13/05/2009 da Magarotto Roberto    ::::::    modificato il : 04/12/2009 da Magarotto Roberto    ::::::
Commenti (3)
#1 commento inserito da : DUSI don IVO il giorno : 25/10/2009 alle ore: 20.10

testo:


Ho conosciuto Mirko, questo simpatico giovane di Verona Borgo Roma, indirettamente, tramite la testimonianza del fratello Luca, a metà aprile del 2008. Avverto che,dunque, la data indicata sopra della sua morte si riferisce al 2007 e non 2008. Un sabato di metà aprile il fratello Luca era venuto da me, Parroco di Santa Maria di Negrar, per chiedere il Battesimo della sua piccola figlia, che aveva con sè. Era la prima volta che lo vedevo, essendosi trasferito in via Galileo Galilei da poche settimane. Come il solito chiedo alcune informazioni di sè stesso, della sua famiglia e della provenienza. Saputo che proveniva dalla Parrocchia di Gesù divino Lavoratore, dove avevo trascorso proprio i primissimi anni del mio ministero sacerdotale, dove la mamma era stata anche catechista. Approfitto dela circostanza per prolungare e approfondirela conoscenza reciproca. Spontaneamente mi riferisce di avere perduto nell'agosto precedente un caro fratello, deceduto in breve tempo a Negrar per " uno di quei mali che purtroppo non lasciano scampo". Per rispetto io non chiedo informazioni più precise. Il fratello Luca parla con me molto volentieri e mi riferisce che era andato dal medico dietro le insistenze del papà, non tranquillo per una neoformazione, mi sembra al collo, che non lo lasciava, come padre, abbastanza tranquillo. Il figlio Mirko alla fine obbedisce. Da allora comincia subito il suo Calvario: prima a Milano e poi presso Oncologia di Negrar, dove ha concluso la sua vita. Il fratello Luca parlava del fratello con ammirazione ed evidente nostralgia. Ad un certo punto mi sono fatto coraggio e sperando di non essere nè indiscreto nè invadente mi sono fatto coraggio ed ho chiesto quale malanno specifico fosse stato questo "male che non perdona". Mi risponde" un MELANOMA MALIGNO". Inizialmente mi sono sentito come un pugno nello stomaco. Infatti era già poco più di un anno che io combattevo per curare lo stesso male. Sorridendo, però, gli dissi per sentimi ancor più vicino a lui e solidale con i famigliari: " Anch'io sono stato colpito dallo stesso male..., ma per ora mi sento molto bene. Il fratello Luca non avrebbe più voluto aver detto " Male che non perdona". Di solito si usa questo giro di parole per esarcizzzare la parola "TUMORE" che crea tuttora terrore in te e negli altri. Io l'ho tranquillizzato rassicurandolo che al momento stavo molto bene e che mi sentivo tranquillo, perchè sapevo d'essere seguito con molta professionalità ed attenzione dall'oncologo dott. Roberto Magarotto dell' Ospedale don Calabria di Negrar. Dall'inizio della mia vicenda e del mio primo intervento chirurugico, 9 febbraio 2007, ad oggi 25 ottobre 2009, ho già subito complessivamente ben 5 interventi chirurugici per metastasi del Melanoma primitivo alla scapola destra. L'ultimo è avvenuto il 14 ottobre 2009 presso l' Unità Operativa Chirurugia Toracica di Verona- Borgo Trento, dove hanno dovuto togliere, per due notevoli metastasi presenti, il lobo medio del polmone destro. Finora, grazie a Dio, non ho mai perduto il mio buon umore di sempre. Questo ha meravigliato anche i medici e tutto il personale paramedico di Chirurugia Toracica, compresi i mei colleghi degenti. Sono convinto che se non tutti possono guarire è altrettanto vero che non tutti devono ora morire per questi mali, molto si può fare oggi per curare. L'ottimismo, la fiducia nei medici,la serenità, il coraggio, l'affetto e la comprensione di chi ti circonda e la Fede in Dio...possono fare moltissimo. Riconosco che la malattia in genere insegna per la vita valori che non è possibile appredere in nessuna università di questo mondo. Ora da sacerdote e Parroco ammalato da quasi tre anni di Melanoma, possono aiutare, incoraggiare e consolare gli ammalati che incontro con modalità che prima non immaginavo e risco a trovare parole di conforto e di incoraggiamentro che non suonino offensive, pericolo che potrebbe capitare ad uno quando è sano e non sa ancora cosa sia la malattia e la sofferenza. Quando si condivide la stessa sorte, non c'è necessità di pensare cosa dire. La solidarietà condivisa fa sentire vicini ed è proprio allora che parla più il cuore, sorriso sul volto, una carezza e i momenti di silenzio che tante parole formali di circostanza. Ho imparato quanta prudenza avrei dovuto avere con gli ammalati, prima di conoscere anche nel mio corpo la malattia. Sono riconoscente verso tutti coloro che hanno iniziato e gestiscono questa meravigliosa rubrica: "Per una Vita come prima". Senz'altro aiuta anche me. don IVO DUSI-Parroco di Santa Maria di Negrar (Verona).
#2 commento inserito da : Pedrotti Christian il giorno : 06/07/2009 alle ore: 4.48

testo:


Cara Barbara ho fatto fatica a leggere fino in fondo quello che hai scritto di tuo marito per il troppo dispiacere che abbiamo provato tutti noi che lo conoscevamo, anche se quest'anno e' un'anno che non c'e' piu' il suo ricordo e' sempre accanto a me. Era un fratello per me, come e' un fratello Luca. Se le persone che amiamo ci vengono portate via perche' continuino a vivere non dobbiamo mai smettere di amarle. Ad un GRANDE AMICO, Pedrotti Christian.
#3 commento inserito da : Rigo Lino il giorno : 15/05/2009 alle ore: 20.54

testo:


Grazie, INDIMENTICABILE Mirko!!!!!!!!!!!!!!!!!