Sylvie Ménard è una delle più importanti ricercatrici nel campo della lotta contro il cancro: conosce perfettamente la malattia nelle sue numerose, insidiose forme; ha passato una vita tra laboratori e convegni internazionali, cercando di avanzare sulla strada di una cura; ed è direttore del reparto di oncologia sperimentale dell'Istituto Nazionale Tumori quando, il 26 aprile del 2005, le viene diagnosticato un mieloma multiplo. Come per tutti, la prima reazione è di paura, smarrimento, disperazione. Come tutti, Sylvie conosce il dramma di dover dare la cattiva notizia ai propri cari e agli amici. Come per tutti, inizia l'itinerario di esami, chemioterapie, ricoveri con il quale la medicina tenta di allungare la vita ai malati di questo terribile male. E, da medico, Sylvie sa cosa la aspetta, conosce le alternative e le possibilità, è in grado meglio di ogni altro di compiere le difficili scelte sulle terapie, i luoghi di cura, gli specialisti da consultare. Quello che Sylvie ancora non sa, ma che imparerà nei mesi che seguono, è che l'orrore di sapersi malata ha un'altra faccia, fatta della capacità di gioire della propria buona salute finché c'è, della voglia di vivere fino in fondo e con ottimismo il tempo che resta, del cambiamento radicale di sensibilità e di opinione rispetto a temi come il diritto dei malati a una vita degna, il testamento biologico, l'eutanasia.
Sylvie ha scritto un libro " SI PUO CURARE " che racconta la sua esperienza ; e' edito da Mondadori ed e' uscito in questi giorni : e' un libro caldamente consigliato a tutti gli amici del nostro sito
Sylvie Menard, lo ricordiamo tutti, e' stata con noi al convegno del 2008: trovate la sua relazione nella sezione "convegni"
Riportiamo alcune sue frasi.
"Inguaribile e incurabile non sono sinonimi: da quando sono riuscita a capire questo, la mia seconda vita -quella col tumore- e' cambiata.
Nessuna medicina e' in grado di guarire il mieloma, ma molte sono in grado di tenerlo dotto controllo, di farmi vivere la vita al meglio , di permettere ai mie sogni e ai miei desideri di spingersi in la'
Sono tornata a dire cose come " l'estate prossima": non so se ci saro 'ancora , ma del resto chi puo' dire di saperlo davvero?"
"La mia seconda vita , quella col mieloma, e' faticosa, soprattutto nel rapporto con gli altri .
Se sono stanca o non ho voglia di mangiare, devo sforzarmi , perche' ogni mio cenno di debolezza procura grande angoscia e sofferenza in chi mi sta attorno.
Ma c'e' anche un aspetto positivo in tutto questo : negli ultimi quarant'anni non ho fatto altro che lavorare a testa bassa e tenere insieme carriera e famiglia. ero al donna forte, autonima , libera
Adesso , invece , ho bisogno di mio marito, di mio figlio, dei miei amici. Sono diventata debole e ho imparato a chiedere: i ruoli si sono ribaltati e mi piace essere presa per mano "
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