Lodovico Balducci  esperto mondiale dei tumori negli anziani che lavora a Tampa , in  Florida ( uno dei cervelli italiani che non siamo riusciti a riportare in patria )
il professore ha tenuto una lezione magstrale nell'ultima giornata del congresso Aiom di Verona.

Ha iniziato ricordandoci che vivaimo molto di piu' , per cui ci ammaliamo di piu' di cancro nella fase di eta' dai 70 ai 90 anni - e' stato calcolato che l'uomo si spegnerebbe , se non esistessero malattie e incidenti vari, intorno ai 120 anni : la persona umana piu' vecchia mai  esistita e' risultata una signora francese morta a 125 anni nel 2006  e di cui esistevano documenti anagrafici ; un signore nel Caucaso morto alcuni anni fa sosteneva di avere piu' di 150 anni e di aver conosciuto Napoleone  ma mancava qualsiasi riscontro  documentario - scherzando Balducci  suggeriva che si poteva chiedere a sua madre....

Una volta ci si chiedeva : quanto gli resta da vivere ad un malato anziano di tumore?

                                          quale puo'  essere il vantaggio di una terapia specifica?

                                           soppportera' il trattamento ?

Oggi prima di tutto occorre valutare l'eta' biologica prima che quella anagrafica , che e' molto diversa da persona a persona  e ci sono nuove domande a cui rispondere?

                                            quali sono i valori personali di quiel malato?

                                            e' una persona da considerare fragile ( cioe'  che dopo uno stress fisico o psichico non sarebbe piu' in grado di riprendersi )  o non lo e' ancora?

                                             quali sono le complicazioni dei trattamenti indicati nel suo tumore che nel caso in questione possono essere troppo invalidanti?

                                             qual'e' il contesto delle persone che comunque  devono provvedere alla sua cura a casa?

Il criterio di giustizia deve essre mantenuto anche per i pazienti anziani: si devono pero' evitare cure sproporzionate ed inutili