"Come medici,
ci interessa solo rinviare la morte ?non dovremmo essere interessati anche a ridurre la paura ,
invece di aumentarla
e dare importanza alla salute,
invece di indebolirla?
E' la contingenza- caso, fato, incertezza-
a rendere bella la vita.
E' la verita' indiscutibile che non ci e' dato sapere cosa accadra' domani
a renderla appassionante,
che abbiamo preso o no la nostra aspirina"
E' stato molto coinvolgente l'incontro al festival della letteratura di Mantova con Iona Heath, medico di famiglia a Londra, che in un libro di recente edito da Bollati Boringhieri - Matters of life and death nel titolo originale- racconta la sua trentennale esperienza coi malati a domicilio - accompagnati talora fino alla soglia estrema della vita - : le sue riflessioni sono spesso un po' amare, considerando come ai progressi dell tecnologia non si sia accompagnata una analoga sensibilizzazione diffusa sui risultati delle elaborazioni antropologiche ed etiche sui concetti di salute e di malattia , che l'allungamento della vita e le possibilita' incredibili sino a pochi anni fa di tenere in vita artificialmente organismi molto compromessi hanno stimolato.
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